CATANIA. Dalle prime ore della mattinata odierna, a conclusione di una complessa e articolata attività di indagine, coordinata dalla locale Procura della Repubblica e dipanatasi mediante l’utilizzo di servizi tecnici e riscontri sul territorio circa le condotte poste in essere dagli indagati, è in corso l’esecuzione, da parte di personale della Dia, diretta dal 1° dirigente della PS dottor Renato Panvino, con il supporto dei Centri operativi di Roma, Milano, Reggio Calabria e Caltanissetta, nonché della Sezione operativa di Messina e del II Reparto di Roma, di un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal Gip di Catania nei confronti di imprenditori e funzionari anche con ruoli apicali in seno alla Pubblica amministrazione, in servizio presso il Comune di Catania – Settore Ecologia e Ambiente e Ragioneria Generale Provveditorato ed Economato.
In particolare, il provvedimento ha disposto le seguenti misure:
Custodia in carcere nei confronti di:
Dalle investigazioni svolte, infatti, è emerso come, a scadenza del precedente servizio, più volte prorogato per un totale di cinque anni e svolto dal Rti Ipi srl - Oikos spa (che presentavano ricorso al Tar per l’annullamento degli atti deliberativi, giudicandoli economicamente non convenienti) il Comune indiceva una gara ad evidenza pubblica riguardante il servizio medesimo esteso, per un periodo di 84 mesi, all’intero territorio comunale con un impegno di spesa di 351.171.56,26 euro (pari ad 50.167.365,89 euro annui), che - pubblicata sulla Guce il 18.11.2016 con termine fissato all’l’11.1.2017 per la presentazione delle offerte - andava, tuttavia, deserta. Quindi, in seguito al pronunciamento del Tar sul ricorso citato, avviava l’iter procedurale per lo svolgimento di una gara cd. ponte, avente ad oggetto, cioè, l’affidamento temporaneo (106 giorni) del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti esteso a circa il 75% del territorio comunale, con termine di scadenza per la presentazione delle offerte fissato inizialmente per il 29.12.2016 e, poi, prorogato al 9.1.2017. Tale gara si concludeva con l’aggiudicazione all’unico offerente, il Rti Senesi spa – Eco.Car srl.
Proprio l’analisi della documentazione inerente tale gara e le connesse investigazioni hanno evidenziato come l’aggiudicazione con mezzi fraudolenti che turbavano la regolarità della gara, sintetizzabili:
1) nella mancata esclusione del predetto Rti nonostante la mancanza del requisito, previsto dall’art. 12.5 del bando, dell’avere eseguito, almeno una delle ditte del raggruppamento per intero, nel triennio precedente (2013/2015) servizi analoghi per un importo complessivo pari ad almeno euro 23.353.246,65 o comunque per un numero complessivo di utenza servita pari alla popolazione residente nel Comune di Catania (315.576 secondo la rilevazione Istat del 2015) e 2) nella mancata esclusione del Rti nonostante la riconducibilità della Eco.Car ad un soggetto già destinatario, in qualità di legale rappresentante della Ipi srl dell’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Roma il 16.6.2014.
Tutte le suddette circostanze, come hanno dimostrato le indagini, in particolare le attività tecniche di intercettazione nonché le ulteriori attività istruttorie a riscontro, e come argomentato dal Gip in ordinanza, non solo erano senz’altro a conoscenza degli indagati, ma questi avevano operato consapevolmente con l’intento di indirizzare la procedura di gara verso l’aggiudicazione al Rti Senesi spa – Eco.Car srl, quest’ultima in sostanziale continuità con la Ipi srl (che aveva gestito il medesimo servizio, unitamente alla Oikos spa nel periodo dal febbraio 2011 al maggio 2017), essendo entrambe sostanzialmente riferibili alla persona dell’indagato Antonio Deodati (cugino di Francesco Deodati, formalmente amministratore unico della società, ma di fatto prestanome di Antonio Deodati, che ha interloquito e ha assunto tutte le decisioni per conto e nell’interesse della società nelle fasi antecedenti, concomitanti e successive allo svolgimento dell’appalto).
Particolarmente rilevante è il ruolo svolto nella vicenda dai due funzionari comunali indagati, l’ing. Leonardo Musumeci, Rup del procedimento e a capo della Direzione Ecologia e Ambiente del Comune di Catania, e Orazio Stefano Fazio, assunto per chiamata diretta in quanto invalido civile come impiegato inquadrato nella categoria B2 e ben presto giunto in posizioni apicali all’interno del comune di Catania, responsabile dei Servizi Esternalizzati della medesima Direzione Ecologia e Ambiente e Direttore Esecuzione del Contratto per il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e di altri servizi di igiene del comune di Catania. Dalle conversazioni captate tra i due risulta evidente la loro consapevolezza sia della sostanziale continuità tra una delle società (la Ipi srl) aggiudicataria del servizio per il periodo precedente e la nuova aggiudicataria Eco.Car srl. sia della mancata precedente esperienza, per entrambe le società, in servizi analoghi nel triennio 2013-2015 in territori con densità abitativa pari a quella del comune di Catania. Nonostante l’evidenza di una serie di circostanze che avrebbero dovuto indurre i due funzionari a non dare corso, ciascuno per la propria parte di competenza, al completamento delle procedure di aggiudicazione del servizio di raccolta dei rifiuti, escludendo il Rti Senesi spa – Eco.Car srl, la gara è stata, invece, aggiudicata. Deve, inoltre, considerarsi come il Fazio abbia addirittura assunto una condotta attiva nel cercare di condizionare i vari attori intervenuti nella procedura antecedente e successiva all’aggiudicazione del servizio, dapprima per impedire che venissero rilevate, ad esempio, le inadempienze e i disservizi delle ditte Ipi srl – Oikos spa in vigenza di contratto, con conseguente applicazione di penali, facendo valere il suo peso all’interno della struttura comunale, quindi assumendo in prima persona la gestione e il controllo degli stessi sorveglianti che avevano il compito di segnalare eventuali disservizi. A fronte di questo suo impegno, il Fazio veniva remunerato con utilità di vario genere, come emerso dalle intercettazioni (dall’acquisto di smartphone e computer al pagamento di vacanze da parte di Antonio Deodati e di Antonio Natoli), giungendo a chiedere perfino l’assunzione di dipendenti presso il Consorzio Seneco.
Analogamente per quanto riguarda il ruolo svolto da Massimo Rosso, Direttore della Direzione Ragioneria Generale Provveditorato ed Economato del Comune di Catania, definito dal Gip rientrante “nel novero dei soggetti stabilmente a disposizione del Deodati”.
In particolare nel corso delle indagini è stato accertato che Massimo Rosso si è attivato per consentire pagamenti a favore del Consorzio Seneco con tempistiche e modalità del tutto vantaggiose per la parte privata, accentrando su di se ogni responsabilità in merito ai pagamenti da effettuare in relazione alle prestazioni oggetto del contratto e fornendo inoltre la propria opera di consulenza in materia contabile e commerciale, non solo in relazione al contratto citato, ma anche in relazione agli affari complessivi del gruppo Deodati, ciò anche in evidente conflitto di interessi con la propria posizione di funzionario apicale del Comune di Catania.
Tali condotte trovano una illecita remunerazione nel pagamento da parte del Deodati del canone di affitto delle abitazioni occupate dalle figlie del Rosso a Roma, ove frequentano i rispettivi corsi di studi universitari, nonché nell’assunzione dei fidanzati delle figlie a tempo indeterminato presso società riconducibili al Deodati.
In merito, infine, alla figura di Antonio Natoli, dirigente della Ipi srl e del Consorzio Seneco, il Gip ne riconosce il ruolo di fidato collaboratore e longa manus di Antonio Deodati a Catania, sia nelle attività lecite che illecite, tanto da provvedere a finanziare gli acquisti di beni, viaggi e altre utilità da offrire a Orazio Stefano Fazio e a Massimo Rosso, in cambio del loro interessamento in favore delle società del Deodati.
L'operazione è stata chiamata convenzionalmente 'Garbage Affair'.
In particolare, il provvedimento ha disposto le seguenti misure:
Custodia in carcere nei confronti di:
- Antonio Deodati, 56 anni, imprenditore romano, comproprietario della Ipi srl affidataria in Rti con Oikos dal 19.2.2011 al 15.5.2017 del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania; già socio fino al 2.3.2017 della Eco.Car srl affidataria in Rti con Senesi spa del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, a far data dal 16.5.2017. Vicepresidente del Consorzio Seneco, cui vengono contestati i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio;
- Orazio Stefano Fazio, 64 anni, responsabile dei procedimenti incardinati nella “Servizi Esternalizzati” della Direzione Ecologia ed Ambiente del Comune di Catania; direttore esecuzione del Contratto per i servizi di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e altri servizi di igiene pubblica del Comune di Catania, cui vengono contestati i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
- Antonio Natoli, 46 anni, già dipendente della Ipi srl, società affidataria dal 19.2.2011 al 15.5.2017 in Rti con Oikos spa del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania; dal 16.5.2017 dipendente del Consorzio Seneco, costituito tra le società Senesi spa ed Eco.Car srl, attuali affidatarie in Rti del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, cui vengono contestati i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
- Francesco Deodati, 51 anni, amministratore unico della Eco.Car srl, cugino di Antonio Deodati, cui viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti;
- Massimo Rosso, 54 anni, direttore della Direzione “Ragioneria Generale – Provveditorato ed Economato” del Comune di Catania dal 20.7.2016; presidente del Consiglio di Amministrazione della Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti di Catania area metropolitana, cui viene contestato il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
- Massimo Rosso;
- Leonardo Musumeci, 34 anni, direttore della Direzione Ecologia ed Ambiente del Comune di Catania; responsabile unico del procedimento per l’affidamento del Servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati, compresi quelli assimilati, e altri servizi di igiene pubblica all’interno dell’Aro Città di Catania, cui viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti.
Dalle investigazioni svolte, infatti, è emerso come, a scadenza del precedente servizio, più volte prorogato per un totale di cinque anni e svolto dal Rti Ipi srl - Oikos spa (che presentavano ricorso al Tar per l’annullamento degli atti deliberativi, giudicandoli economicamente non convenienti) il Comune indiceva una gara ad evidenza pubblica riguardante il servizio medesimo esteso, per un periodo di 84 mesi, all’intero territorio comunale con un impegno di spesa di 351.171.56,26 euro (pari ad 50.167.365,89 euro annui), che - pubblicata sulla Guce il 18.11.2016 con termine fissato all’l’11.1.2017 per la presentazione delle offerte - andava, tuttavia, deserta. Quindi, in seguito al pronunciamento del Tar sul ricorso citato, avviava l’iter procedurale per lo svolgimento di una gara cd. ponte, avente ad oggetto, cioè, l’affidamento temporaneo (106 giorni) del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti esteso a circa il 75% del territorio comunale, con termine di scadenza per la presentazione delle offerte fissato inizialmente per il 29.12.2016 e, poi, prorogato al 9.1.2017. Tale gara si concludeva con l’aggiudicazione all’unico offerente, il Rti Senesi spa – Eco.Car srl.
Proprio l’analisi della documentazione inerente tale gara e le connesse investigazioni hanno evidenziato come l’aggiudicazione con mezzi fraudolenti che turbavano la regolarità della gara, sintetizzabili:
1) nella mancata esclusione del predetto Rti nonostante la mancanza del requisito, previsto dall’art. 12.5 del bando, dell’avere eseguito, almeno una delle ditte del raggruppamento per intero, nel triennio precedente (2013/2015) servizi analoghi per un importo complessivo pari ad almeno euro 23.353.246,65 o comunque per un numero complessivo di utenza servita pari alla popolazione residente nel Comune di Catania (315.576 secondo la rilevazione Istat del 2015) e 2) nella mancata esclusione del Rti nonostante la riconducibilità della Eco.Car ad un soggetto già destinatario, in qualità di legale rappresentante della Ipi srl dell’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Roma il 16.6.2014.
Tutte le suddette circostanze, come hanno dimostrato le indagini, in particolare le attività tecniche di intercettazione nonché le ulteriori attività istruttorie a riscontro, e come argomentato dal Gip in ordinanza, non solo erano senz’altro a conoscenza degli indagati, ma questi avevano operato consapevolmente con l’intento di indirizzare la procedura di gara verso l’aggiudicazione al Rti Senesi spa – Eco.Car srl, quest’ultima in sostanziale continuità con la Ipi srl (che aveva gestito il medesimo servizio, unitamente alla Oikos spa nel periodo dal febbraio 2011 al maggio 2017), essendo entrambe sostanzialmente riferibili alla persona dell’indagato Antonio Deodati (cugino di Francesco Deodati, formalmente amministratore unico della società, ma di fatto prestanome di Antonio Deodati, che ha interloquito e ha assunto tutte le decisioni per conto e nell’interesse della società nelle fasi antecedenti, concomitanti e successive allo svolgimento dell’appalto).
Particolarmente rilevante è il ruolo svolto nella vicenda dai due funzionari comunali indagati, l’ing. Leonardo Musumeci, Rup del procedimento e a capo della Direzione Ecologia e Ambiente del Comune di Catania, e Orazio Stefano Fazio, assunto per chiamata diretta in quanto invalido civile come impiegato inquadrato nella categoria B2 e ben presto giunto in posizioni apicali all’interno del comune di Catania, responsabile dei Servizi Esternalizzati della medesima Direzione Ecologia e Ambiente e Direttore Esecuzione del Contratto per il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e di altri servizi di igiene del comune di Catania. Dalle conversazioni captate tra i due risulta evidente la loro consapevolezza sia della sostanziale continuità tra una delle società (la Ipi srl) aggiudicataria del servizio per il periodo precedente e la nuova aggiudicataria Eco.Car srl. sia della mancata precedente esperienza, per entrambe le società, in servizi analoghi nel triennio 2013-2015 in territori con densità abitativa pari a quella del comune di Catania. Nonostante l’evidenza di una serie di circostanze che avrebbero dovuto indurre i due funzionari a non dare corso, ciascuno per la propria parte di competenza, al completamento delle procedure di aggiudicazione del servizio di raccolta dei rifiuti, escludendo il Rti Senesi spa – Eco.Car srl, la gara è stata, invece, aggiudicata. Deve, inoltre, considerarsi come il Fazio abbia addirittura assunto una condotta attiva nel cercare di condizionare i vari attori intervenuti nella procedura antecedente e successiva all’aggiudicazione del servizio, dapprima per impedire che venissero rilevate, ad esempio, le inadempienze e i disservizi delle ditte Ipi srl – Oikos spa in vigenza di contratto, con conseguente applicazione di penali, facendo valere il suo peso all’interno della struttura comunale, quindi assumendo in prima persona la gestione e il controllo degli stessi sorveglianti che avevano il compito di segnalare eventuali disservizi. A fronte di questo suo impegno, il Fazio veniva remunerato con utilità di vario genere, come emerso dalle intercettazioni (dall’acquisto di smartphone e computer al pagamento di vacanze da parte di Antonio Deodati e di Antonio Natoli), giungendo a chiedere perfino l’assunzione di dipendenti presso il Consorzio Seneco.
Analogamente per quanto riguarda il ruolo svolto da Massimo Rosso, Direttore della Direzione Ragioneria Generale Provveditorato ed Economato del Comune di Catania, definito dal Gip rientrante “nel novero dei soggetti stabilmente a disposizione del Deodati”.
In particolare nel corso delle indagini è stato accertato che Massimo Rosso si è attivato per consentire pagamenti a favore del Consorzio Seneco con tempistiche e modalità del tutto vantaggiose per la parte privata, accentrando su di se ogni responsabilità in merito ai pagamenti da effettuare in relazione alle prestazioni oggetto del contratto e fornendo inoltre la propria opera di consulenza in materia contabile e commerciale, non solo in relazione al contratto citato, ma anche in relazione agli affari complessivi del gruppo Deodati, ciò anche in evidente conflitto di interessi con la propria posizione di funzionario apicale del Comune di Catania.
Tali condotte trovano una illecita remunerazione nel pagamento da parte del Deodati del canone di affitto delle abitazioni occupate dalle figlie del Rosso a Roma, ove frequentano i rispettivi corsi di studi universitari, nonché nell’assunzione dei fidanzati delle figlie a tempo indeterminato presso società riconducibili al Deodati.
In merito, infine, alla figura di Antonio Natoli, dirigente della Ipi srl e del Consorzio Seneco, il Gip ne riconosce il ruolo di fidato collaboratore e longa manus di Antonio Deodati a Catania, sia nelle attività lecite che illecite, tanto da provvedere a finanziare gli acquisti di beni, viaggi e altre utilità da offrire a Orazio Stefano Fazio e a Massimo Rosso, in cambio del loro interessamento in favore delle società del Deodati.
L'operazione è stata chiamata convenzionalmente 'Garbage Affair'.
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