COSENZA. La Guardia di finanza del Comando provinciale, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha eseguito un Decreto di sequestro preventivo, nei confronti di Francesco Muto, alias “il re del pesce”, ritenuto il boss dell’omonimo clan cetrarese di matrice ‘ndranghetista e ristretto in regime speciale, avente ad oggetto una “Jeep Renegade” nuova e di prima immatricolazione, del valore di euro 26.500.
Il provvedimento, emesso dal Giudice per le indagini preliminari Piero Santese, su richiesta del capo della Procura Bruzia Mario Spagnuolo, è scaturito da un’indagine di polizia giudiziaria effettuata dai finanzieri cosentini, in materia “Antimafia”: con particolare riferimento alle disposizioni normative che disciplinano il “monitoraggio” ed il “controllo” delle “variazioni patrimoniali” dei soggetti destinatari di “Misure di Prevenzione” e/o “condannati per reati di particolare allarme sociale”.
I soggetti condannati per reati di stampo mafioso e quelli colpiti da misure di prevenzione, infatti, sono obbligati a comunicare alla Guardia di finanza, per dieci anni decorrenti dalla data del provvedimento definitivo emesso a loro carico, ed entro trenta giorni dal fatto, tutte le variazioni nell’entità e nella composizione del patrimonio, di valore non inferiore all'ammontare di 10.329,14 euro.
Qualora tale importo dovesse essere raggiunto a seguito di diversi e separati incrementi, la comunicazione deve essere effettuata entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello in cui i fatti si sono verificati.
Il suddetto obbligo costituisce una Misura di Prevenzione di natura patrimoniale, volta a esercitare un controllo preventivo e costante sui beni dei condannati o degli indiziati di appartenere ad associazioni di tipo mafioso, anticipato rispetto a quello svolto con le misure, pure patrimoniali, di carattere preventivo-repressivo costituite dal sequestro e dalla confisca, al fine di accertare ogni forma di illecito arricchimento.
Il suddetto obbligo costituisce una Misura di Prevenzione di natura patrimoniale, volta a esercitare un controllo preventivo e costante sui beni dei condannati o degli indiziati di appartenere ad associazioni di tipo mafioso, anticipato rispetto a quello svolto con le misure, pure patrimoniali, di carattere preventivo-repressivo costituite dal sequestro e dalla confisca, al fine di accertare ogni forma di illecito arricchimento.
Le Fiamme Gialle, attraverso il costante utilizzo delle banche dati ed altre investigazioni di Polizia Giudiziaria, hanno ricostruito l’intera vicenda della compravendita dell’autovettura, effettuata presso una concessionaria con sede in altra regione d’Italia, accertando le violazioni di legge commesse da Franco Muto, al quale è stato contestato il reato di “omessa comunicazione di variazione patrimoniale”.
Il provvedimento cautelare emesso dall’Autorità giudiziaria è finalizzato alla “confisca” dell’autovettura, che passerà nel patrimonio dello Stato.
Continua, incessante e costante, l’azione della Guardia di finanza calabrese nella lotta alla criminalità organizzata, a quella comune ed alle illegittime e/o indebite accumulazioni patrimoniali.
Il provvedimento, emesso dal Giudice per le indagini preliminari Piero Santese, su richiesta del capo della Procura Bruzia Mario Spagnuolo, è scaturito da un’indagine di polizia giudiziaria effettuata dai finanzieri cosentini, in materia “Antimafia”: con particolare riferimento alle disposizioni normative che disciplinano il “monitoraggio” ed il “controllo” delle “variazioni patrimoniali” dei soggetti destinatari di “Misure di Prevenzione” e/o “condannati per reati di particolare allarme sociale”.
I soggetti condannati per reati di stampo mafioso e quelli colpiti da misure di prevenzione, infatti, sono obbligati a comunicare alla Guardia di finanza, per dieci anni decorrenti dalla data del provvedimento definitivo emesso a loro carico, ed entro trenta giorni dal fatto, tutte le variazioni nell’entità e nella composizione del patrimonio, di valore non inferiore all'ammontare di 10.329,14 euro.
Qualora tale importo dovesse essere raggiunto a seguito di diversi e separati incrementi, la comunicazione deve essere effettuata entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello in cui i fatti si sono verificati.
Il suddetto obbligo costituisce una Misura di Prevenzione di natura patrimoniale, volta a esercitare un controllo preventivo e costante sui beni dei condannati o degli indiziati di appartenere ad associazioni di tipo mafioso, anticipato rispetto a quello svolto con le misure, pure patrimoniali, di carattere preventivo-repressivo costituite dal sequestro e dalla confisca, al fine di accertare ogni forma di illecito arricchimento.
Il suddetto obbligo costituisce una Misura di Prevenzione di natura patrimoniale, volta a esercitare un controllo preventivo e costante sui beni dei condannati o degli indiziati di appartenere ad associazioni di tipo mafioso, anticipato rispetto a quello svolto con le misure, pure patrimoniali, di carattere preventivo-repressivo costituite dal sequestro e dalla confisca, al fine di accertare ogni forma di illecito arricchimento.
Le Fiamme Gialle, attraverso il costante utilizzo delle banche dati ed altre investigazioni di Polizia Giudiziaria, hanno ricostruito l’intera vicenda della compravendita dell’autovettura, effettuata presso una concessionaria con sede in altra regione d’Italia, accertando le violazioni di legge commesse da Franco Muto, al quale è stato contestato il reato di “omessa comunicazione di variazione patrimoniale”.
Il provvedimento cautelare emesso dall’Autorità giudiziaria è finalizzato alla “confisca” dell’autovettura, che passerà nel patrimonio dello Stato.
Continua, incessante e costante, l’azione della Guardia di finanza calabrese nella lotta alla criminalità organizzata, a quella comune ed alle illegittime e/o indebite accumulazioni patrimoniali.
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