REGGIO CALABRIA. Sotto il coordinamento della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, militari del Comando provinciale della Guardia di finanza e personale della Questura hanno eseguito un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale reggino con il quale è stata disposta, nei confronti di Andrea Giungo, 46 anni, l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di beni a questi riconducibili, stimati in circa 50 mila euro.
Il provvedimento eseguito si fonda sulle risultanze delle indagini svolte dalla Polizia di Stato nell’ambito della cosiddetta operazione “Il Padrino”, conclusa nel 2014 con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali nei confronti di 25 presunti affiliati alle cosche di ‘ndrangheta “De Stefano” e “Tegano”.
In tale contesto, veniva tratto in arresto anche Andrea Giungo per associazione mafiosa - quale partecipe alla ‘ndrangheta, nelle sue articolazioni territoriali delle cosche “De Stefano” e “Tegano” e, in particolare, per aver favorito la latitanza di Paolo Rosario De Stefano cl. ‘76 e di Giovanni Tegano cl. ‘39, vertici delle omonime strutture criminali.
Con sentenza del Gip del Tribunale di Reggio Calabria del 10 ottobre 2016, Andrea Giungo è stato condannato a 14 anni di reclusione e 12 mila euro di multa.
Lo stesso, in particolare, è stato “… ritenuto uno dei 'fedelissimi' del già latitante De Stefano Paolo Rosario cl. 1976, in atto sottoposto a regime detentivo speciale ex art.41 bis. Il proposto avrebbe svolto in particolare, il ruolo di messaggero, collante e cerniera per la trasmissione delle "imbasciate" tra i componenti del sodalizio De Stefano e quello dei Tegano. Giungo Andrea sarebbe, inoltre, stato presente in ogni fase della gestione della latitanza di Giovanni Tegano curata in prima persona, tra gli altri, da Polimeni Carmine e Siciliano Giancarlo”.
Le risultanze sono state ritenute sufficienti dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria “per esprimere, allo stato degli atti, un giudizio incidentale di pericolosità sociale qualificata del proposto perché soggetto indiziato di appartenenza alla ‘ndrangheta…”.
Su tali basi venivano delegati al Nucleo di polizia economico finanziaria/Gico della Guardia di finanza, dalla locale Dda, appositi approfondimenti a carattere economico/patrimoniale, volti all’individuazione dei beni mobili ed immobili riconducibili al proposto.
La conseguente attività investigativa – valorizzando le funzioni proprie del Corpo della Guardia di finanza nella prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico del Paese e di aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati – si è concentrata sulla ricostruzione della capacità reddituale e del complesso dei beni di cui il proposto e il relativo nucleo familiare è risultato poter disporre, direttamente o indirettamente nell’ultimo ventennio, accertando la notevole sproporzione degli investimenti rispetto alle risorse lecite dichiarate.
Il Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione - su richiesta della Dda, con il provvedimento in esecuzione ha disposto il sequestro di beni e rapporti finanziari riconducibili al proposto Andrea Giungo e al proprio nucleo familiare - del valore stimato in circa 50.000 euro.
Principalmente il sequestro ha riguardato la "Casa Famiglia Ciccilla" con sede a Reggio Calabria - impresa individuale esercente l’attività di assistenza residenziale per anziani - la cui gestione è stata ora affidata ad un amministratore giudiziario appositamente nominato dal Tribunale reggino.
Le operazioni di accesso presso la casa famiglia sono state eseguite unitamente a personale dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Reggio Calabria che hanno effettuato i controlli di competenza in materia igienico sanitaria nonché verificato l’adeguatezza dei livelli di assistenza prestata agli anziani ivi ospitati, senza rilevare irregolarità in relazione al mantenimento e alla cura degli alloggiati.
Con il provvedimento sono state altresì sottoposte a vincolo cautelare numerose polizze assicurative, nonché rapporti finanziari intestati o riconducibili al proposto e ai componenti il proprio nucleo familiare aventi saldo attivo superiore a 1.000 euro.
Le ulteriori attività connesse alla ricerca delle disponibilità finanziarie riconducibili ad Andrea Giungo e al suo nucleo familiare, in esecuzione del provvedimento, hanno permesso di individuare e sottoporre a sequestro un ulteriore conto corrente sul quale era in liquidazione un bonifico di importo superiore a 25.000 euro derivante dal riscatto di una polizza assicurativa intestata al proposto.
Il provvedimento eseguito si fonda sulle risultanze delle indagini svolte dalla Polizia di Stato nell’ambito della cosiddetta operazione “Il Padrino”, conclusa nel 2014 con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali nei confronti di 25 presunti affiliati alle cosche di ‘ndrangheta “De Stefano” e “Tegano”.
In tale contesto, veniva tratto in arresto anche Andrea Giungo per associazione mafiosa - quale partecipe alla ‘ndrangheta, nelle sue articolazioni territoriali delle cosche “De Stefano” e “Tegano” e, in particolare, per aver favorito la latitanza di Paolo Rosario De Stefano cl. ‘76 e di Giovanni Tegano cl. ‘39, vertici delle omonime strutture criminali.
Con sentenza del Gip del Tribunale di Reggio Calabria del 10 ottobre 2016, Andrea Giungo è stato condannato a 14 anni di reclusione e 12 mila euro di multa.
Lo stesso, in particolare, è stato “… ritenuto uno dei 'fedelissimi' del già latitante De Stefano Paolo Rosario cl. 1976, in atto sottoposto a regime detentivo speciale ex art.41 bis. Il proposto avrebbe svolto in particolare, il ruolo di messaggero, collante e cerniera per la trasmissione delle "imbasciate" tra i componenti del sodalizio De Stefano e quello dei Tegano. Giungo Andrea sarebbe, inoltre, stato presente in ogni fase della gestione della latitanza di Giovanni Tegano curata in prima persona, tra gli altri, da Polimeni Carmine e Siciliano Giancarlo”.
Le risultanze sono state ritenute sufficienti dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria “per esprimere, allo stato degli atti, un giudizio incidentale di pericolosità sociale qualificata del proposto perché soggetto indiziato di appartenenza alla ‘ndrangheta…”.
Su tali basi venivano delegati al Nucleo di polizia economico finanziaria/Gico della Guardia di finanza, dalla locale Dda, appositi approfondimenti a carattere economico/patrimoniale, volti all’individuazione dei beni mobili ed immobili riconducibili al proposto.
La conseguente attività investigativa – valorizzando le funzioni proprie del Corpo della Guardia di finanza nella prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico del Paese e di aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati – si è concentrata sulla ricostruzione della capacità reddituale e del complesso dei beni di cui il proposto e il relativo nucleo familiare è risultato poter disporre, direttamente o indirettamente nell’ultimo ventennio, accertando la notevole sproporzione degli investimenti rispetto alle risorse lecite dichiarate.
Il Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione - su richiesta della Dda, con il provvedimento in esecuzione ha disposto il sequestro di beni e rapporti finanziari riconducibili al proposto Andrea Giungo e al proprio nucleo familiare - del valore stimato in circa 50.000 euro.
Principalmente il sequestro ha riguardato la "Casa Famiglia Ciccilla" con sede a Reggio Calabria - impresa individuale esercente l’attività di assistenza residenziale per anziani - la cui gestione è stata ora affidata ad un amministratore giudiziario appositamente nominato dal Tribunale reggino.
Le operazioni di accesso presso la casa famiglia sono state eseguite unitamente a personale dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Reggio Calabria che hanno effettuato i controlli di competenza in materia igienico sanitaria nonché verificato l’adeguatezza dei livelli di assistenza prestata agli anziani ivi ospitati, senza rilevare irregolarità in relazione al mantenimento e alla cura degli alloggiati.
Con il provvedimento sono state altresì sottoposte a vincolo cautelare numerose polizze assicurative, nonché rapporti finanziari intestati o riconducibili al proposto e ai componenti il proprio nucleo familiare aventi saldo attivo superiore a 1.000 euro.
Le ulteriori attività connesse alla ricerca delle disponibilità finanziarie riconducibili ad Andrea Giungo e al suo nucleo familiare, in esecuzione del provvedimento, hanno permesso di individuare e sottoporre a sequestro un ulteriore conto corrente sul quale era in liquidazione un bonifico di importo superiore a 25.000 euro derivante dal riscatto di una polizza assicurativa intestata al proposto.
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