venerdì 18 maggio 2018

OPERAZIONE ADORNO. Una persona denunciata a Catona

REGGIO CALABRIA. La provincia reggina è uno dei punti caldi delle attività venatorie illecite indicata come “black-spot” nel Piano d’azione nazionale contro il bracconaggio recentemente approvato dal governo.

Le pratiche illegali sono innumerevoli: le più diffuse, sono l’uccisione di specie protette, in particolare rapaci, nonché l’utilizzo di richiami elettroacustici e la cattura illegale tramite reti da uccellagione di decine di migliaia di passeriformi, per fini di commercio.

Per contrastare questi fenomeni illeciti, anche quest’anno, come avviene ormai da diverso tempo, il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari  dell’Arma dei carabinieri ha organizzato il servizio antibracconaggio denominato “Operazione Adorno 2018” disponendo l’invio di unità specializzate nel territorio di Reggio Calabria e di un contingente della Sezione operativa antibracconaggio centrale (Soarda) in Sicilia.

I militari operanti sono coadiuvati da personale del Comando regione Carabinieri Forestale “Calabria”, del Gruppo Carabinieri Forestale di Reggio Calabria e del Reparto Carabinieri “Parco nazionale dell’Aspromonte”.

L’operazione, avviata già dallo scorso 24 aprile, ha visto come teatro principale l’area dello Stretto di Messina, che rappresenta uno degli ambiti territoriali con la maggiore ricchezza di avifauna migratoria e nella quale, anche a causa della vastità del territorio, il bracconaggio è più diffuso e causa i danni maggiori.

I Carabinieri Forestali hanno perlustrato il territorio delle province di Reggio Calabria e Messina con puntate anche al di fuori dell’area dello Stretto. Nel corso delle operazioni effettuate sono state denunciate sette persone e sequestrato un fucile, 174 cartucce a munizione spezzata ed a pallettoni, un binocolo, un falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) abbattuto con arma da fuoco, quattro esemplari di Barbagianni comune (Tyto alba), dieci cardellini e due verzellini vivi, oltre a varie reti da uccellagione. Tutti gli animali sequestrati e in grado di volare sono stati liberati sul posto, mentre quelli risultati non atti al volo sono stati consegnati al Centro recupero fauna selvatica di Messina, per essere sottoposti alle cure necessarie.

In particolare in località Catona in agro del Comune di Reggio Calabria i militari hanno sorpreso, in atteggiamento di caccia, F. D., 56 anni, deferendolo in stato di libertà all’Autorità giudiziaria competente per esercizio illecito dell’attività venatoria in periodo di divieto generale e procedendo al sequestro del fucile e delle relative cartucce a munizione spezzata.

Il soggetto deferito rischia, oltre alla condanna penale, anche il ritiro della licenza di porto di fucile ed il divieto di detenzione di armi.

Relativamente ai barbagianni sequestrati, invece, si è trattato di piccoli allontanati prematuramente dalla madre, ostacolandone così la corretta crescita e l’adeguato sviluppo. Per tale motivo il detentore è stato denunciato anche per maltrattamento di animali.

Le attività di controllo dei Carabinieri Forestali continueranno anche nei prossimi giorni, fino alla chiusura definitiva del servizio antibracconaggio prevista sino a cessata emergenza.

I Carabinieri Forestali stanno operando con il fattivo contributo sul campo dei volontari del Cabs (Comitato contro l’uccellaggione di Bonn), del Wwf e della Lipu, che quotidianamente con la loro attenta azione di osservazione dei flussi migratori e di monitoraggio dei comprensori potenzialmente interessati al fenomeno del bracconaggio apportano un contributo determinante alla riuscita del servizio.

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