sabato 12 maggio 2018

REGGIO CALABRIA. Operazione 'Salus': accertati doppi pagamenti da parte dell'Asp

REGGIO CALABRIA. Gli uomini del Comando provinciale della Guardia di finanza, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno notificato un avviso di conclusione indagini nei confronti di 10 soggetti, tra i quali 8 funzionari dell’Azienda sanitaria provinciale, in relazione ai reati di tentata truffa aggravata ai danni dello Stato e di falso ideologico commesso dal privato in atti pubblici.

Il provvedimento magistratuale rappresenta l’epilogo di articolate indagini condotte – sin dal 2015 - dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Reggio Calabria, quando furono acquisiti dai finanzieri, presso l’Asp, una serie di documenti concernenti un atto di transazione tra il debitore (Asp) e il creditore (“Villa Aurora spa”), per il pagamento a quest’ultimo di circa 6 milioni di euro, tra sorte capitale ed interessi. Il credito era relativo a prestazioni pregresse di varia natura (ambulatoriali, diagnostiche e specialistiche) in convenzione con il Servizio sanitario nazionale.

L’attività investigativa dei militari si focalizzava sulla verifica della certezza, liquidità ed esigibilità del presunto credito vantato nei confronti dell’ente pubblico, e, a tal fine, venivano svolti accertamenti bancari ed acquisita ulteriore documentazione sia presso le sedi dell’Azienda sanitaria, sia presso l’istituto bancario tesoriere pro-tempore della stessa, nonché, infine, presso i competenti uffici regionali.

Inoltre, atteso che i documenti contabili esibiti dalla citata struttura sanitaria erano parziali, in esecuzione di un apposito decreto emesso dall’Autorità giudiziaria procedente, veniva successivamente sottoposta a sequestro l’intera contabilità della casa di cura afferente agli anni d’imposta dal 2008 al 2014.

Venivano altresì acquisiti i bilanci di “Villa Aurora spa” i quali evidenziavano che il valore complessivo dei crediti iscritti in bilancio nei confronti dell’Asp (pari a 2.991.697 di euro) era sensibilmente inferiore rispetto alla “sorte capitale” inserita nella transazione, pari a 5.598.885,98 di euro.

Alla luce di tale carteggio ufficiale, si procedeva a ritroso, a partire dal 2008, a verificare per ciascuna fattura inserita nell’atto transattivo il relativo pagamento.

Veniva così accertato che tutte le fatture richiamate nell’atto transattivo (come detto per circa 6 milioni di euro), asseritamente vantate come credito dalla spa, in realtà erano già state riscosse in via ordinaria nel corso degli anni, come si evince dalle pertinenti annotazioni riportate sul libro giornale di “Villa Aurora spa”, puntualmente riscontrate dai militari.

Non solo, la certosina ricostruzione contabile metteva in luce come le medesime fatture (già riscosse in via ordinaria) erano in realtà state riscosse una seconda volta, in questo caso a seguito di apposite azioni giudiziali avviate dalla stessa “Villa Aurora spa” nei confronti dell’Ente sanitario.

Infine, dagli accertamenti emergeva addirittura che parte del credito relativo alle stesse fatture (per 3,3 milioni di euro) era stato ceduto (a questo punto per il terzo pagamento) dalla clinica “Villa Aurora spa”, ad una società di factoring milanese, attraverso la stipula di apposito “contratto di cessione”.

Da ultimo, con l’accordo transattivo del 2015, la stessa “Villa Aurora spa” aveva tentato di riscuotere indebitamente e per l’ennesima volta, sempre gli stessi 6 milioni di euro. Accordo di fatto successivamente annullato in autotutela, proprio in costanza di investigazioni della Guardia di finanza.

A conclusione delle articolate indagini, la Procura della Repubblica reggina ha emesso apposito avviso di conclusione indagini in relazione ai reati di falsità ideologica commessa da privati in atto pubblico e truffa ai danni dello Stato o di altro ente pubblico, quest’ultimo a titolo di tentativo, nei confronti di 10 persone fisiche, tra i quali figurano, oltre al rappresentante legale protempore di “Villa Aurora spa” e al referente dell’advisor contabile (società incaricata dal 2009 della ricognizione dei debiti pregressi del comparto sanitario calabrese), anche i funzionari Asp componenti del gruppo di lavoro appositamente costituito per la gestione dei ritardi nei pagamenti dei debiti Asp fino al 2012, nonché i responsabili protempore dell’Ufficio programmazione e bilancio e dell’Ufficio Economico-finanziario dell’Asp, i quali, con artifici e raggiri consistiti nel dichiarare falsamente che “Villa Aurora” non aveva mai ricevuto le somme di cui all’atto di transazione del 03.03.2015, hanno:
  • omesso di esercitare i controlli di competenza degli uffici cui erano preposti e di rilevare che le somme oggetto della suddetta transazione erano in realtà già state incassate in precedenza all’esito di procedure esecutive definitive;
  • posto in essere atti diretti in modo non equivoco – inducendo in errore il Direttore generale pro tempore dell’Asp circa la fondatezza del credito vantato da “Villa Aurora” nei confronti dell’Asp – a commettere il reato, tentato, di truffa, che avrebbe procurato a “Villa Aurora” l’ingiusto e indebito profitto pari a  5.598.885 di euro per sorte capitale e  481.043 euro per interessi di mora (per un totale di 6.079.929 di euro) e correlativo danno per l’Asp di Reggio Calabria. Evento che tuttavia non si verificava per cause indipendenti dalla loro volontà e, nello specifico, per l’intervento di accurate verifiche che portavano all’annullamento in autotutela della delibera di transazione del 2015.
L’avviso di conclusione delle indagini preliminari segue il provvedimento di sequestro d’urgenza del 95% del capitale sociale di “Villa Aurora srl”, nonché dell’immobile sede della stessa Casa di Cura disposto, nel maggio 2017, dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria in esito alle indagini eseguite da militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria.

Nell’occasione venivano accertati ripetuti episodi di distrazione delle disponibilità patrimoniali e finanziarie della suddetta impresa ad opera dei soci e dei rappresentanti legali succedutisi a partire dal 2014.

In particolare, dalla ricostruzione effettuata, era emerso che nell’agosto del 2014, il 95% del capitale sociale della “Villa Aurora spa” (pari a 1.120.000 euro) veniva ceduto alla “Gruppo Sant’Alessandro spa” - società con sede in Frosinone costituita poco tempo prima, nell’aprile 2014, con un capitale di 120.000 euro, (dei quali versati solo 30 mila) ripartito tra due soci - pattuendo per la vendita un pagamento rateale. A garanzia del pagamento delle azioni è stata accertata la presenza di una fidejussione rilasciata da un intermediario finanziario, dichiarato fallito nel 2015 con sentenza del Tribunale di Roma.

Successivamente, con bonifici effettuati tra il marzo e l’ottobre del 2015, la “Villa Aurora spa” erogava alla capogruppo un finanziamento per complessivi 1.242.010 euro. Ciò avveniva nonostante la crisi economica della casa di cura che aveva nel frattempo portato all’applicazione, tra i dipendenti, di un contratto di solidarietà mediante il quale essi rinunciavano, per mantenere i livelli occupazionali, al 20% della retribuzione.

Nell’ottobre 2016 la capogruppo vendeva il proprio pacchetto azionario della casa di cura, per la somma di 1.420.000 euro, alla “Grs srl Unipersonale” con sede in Sora (Frosinone), il cui socio unico era, peraltro, uno dei soci della stessa capogruppo.

In ragione delle ingenti perdite causate alla “Villa Aurora spa” dalle menzionate operazioni, l’intero capitale sociale della stessa era stato azzerato, con la conseguente trasformazione in srl, con capitale sociale pari a 10.000 euro.
Da ultimo, nel mese di maggio 2017, la quota del 95% era stata nuovamente ceduta a favore di un ulteriore soggetto “etero-diretto” dal principale indagato ed erano emerse ulteriori condotte volte ad ostacolare l’attività dell’organo di controllo.


Alla luce degli elementi investigativi raccolti, valutata la sussistenza gravi indizi in ordine ai reati di False comunicazioni sociali, truffa” aggravata e appropriazione indebita aggravata in capo ai diversi soci ed amministratori che nel corso del tempo si erano succeduti nella gestione/amministrazione della citata Casa di Cura, e ritenuto che alla base dell’acquisizione del pacchetto azionario della società vi fosse stata l’esclusiva finalità di depauperare il patrimonio della stessa, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria disponeva il sequestro preventivo d’urgenza del 95% del capitale sociale di “Villa Aurora srl” nonché dell’immobile (di valore stimato in 8.900.000 euro), sede della clinica, con la contestuale nomina di un amministratore giudiziario.

La rinnovata sinergia tra le Fiamme Gialle e l’Autorità giudiziaria nel delicato ambito sociale e territoriale della spesa pubblica e, nel caso concreto, della Sanità reggina ha, dunque, permesso di interrompere per tempo il perdurare di una condotta fraudolenta che aveva già sottratto alle risorse della collettività quasi 6 milioni di euro.

La tempestività e l’accuratezza delle indagini ha costituito, inoltre, una incisiva ed efficace azione di prevenzione che ha impedito, a monte, l’ulteriore indebito esborso di denaro pubblico per altri 9 milioni di euro.

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