REGGIO CALABRIA. "Mentre la Giunta comunale, capeggiata da un Sindaco che da tempo o forse da sempre non ha mai avuto la percezione del tessuto sociale cittadino, balla e canta abusando di mezzi pubblici con la partecipazione di un’orchestra formata da clandestini nella giornata del 25 aprile, noi cittadini balliamo e cantiamo a ritmo di invio di bollette, avvisi di pagamento e ingiunzioni dal sapore amaro" - a parlare è il portavoce del movimento CasaPound Reggio Calabria, Nicola Malaspina.
"Soffermiamoci un attimo solo sulla Tari, però: la tassa sui rifiuti. Proprio quei rifiuti che ornano in grande stile la maggior parte dei quartieri cittadini, che affollano i marciapiedi soprattutto delle periferie, dove la differenziata è una chimera, dove la civiltà non è arrivata per colpa di chi preferisce tenersi calda la poltrona sotto il sedere e non multare pur di continuare ad assicurarsi sacche di voti. Ed intanto i cittadini onesti pagano bollette salate al suon di multe dell’Unione europea che vede ed evidenzia la cattiva gestione dei rifiuti nella nostra terra. Mentre c’è chi fa business coi rifiuti, Reggio Calabria, si rivela ancora una volta fanalino di coda".
"Mentre anche in molte zone d’Italia si inizia a vietare la vendita di piatti e bicchieri di plastica per garantire ai nostri figli un mondo meno inquinato ed evitare il collasso della Terra, il sindaco Falcomatà ed il consigliere Delfino, fanno proclami e stornelli dal gusto raccapricciante, mentre la città affoga tra i rifiuti, la sporcizia, il cattivo odore. Se non si parte dalla ri-educazione del cittadino nulla sarà possibile. Quanti sono ancora i reggini che non conoscono neppure l’esistenza dell’utile isola ecologica? La risposta l’abbiamo guardando vicino ai cassonetti rimasti per strada, dove possiamo trovare frigoriferi, materassi, sedie e suppellettili varie. Ed intanto in pochissimi pagano la Tari, come se ci fossero reggini più furbi di altri, come se il peso lo dovessero portare solo alcuni sulle spalle, tipica logica capitalista di una sinistra sempre più alla frutta!".
Prosegue: "In molte parti d’Italia vengono portate avanti agevolazioni fiscali verso i nuclei familiari “virtuosi”, verso cioè coloro i quali si adoperano per come deve essere a fare in modo corretto la differenziata, a pagare le imposte e a occuparsi anche della pulizia davanti le proprie case o attività. Non parliamo di casi impossibili da raggiungere ma della semplice voglia di fare e costruire in modo stabile e duraturo, a costo zero".
Prosegue - "La tariffa reggina sulla Tari è la più alta d’Italia e non ci vengano a dire che la colpa è di chi ha amministrato in precedenza, in quanto tra commissariamento e giunta Falcomatà sono trascorsi cinque anni. Come può una famiglia reggina composta da due persone, che vive in 80 mq di casa, pagare circa euro 359,36 mentre se guardiamo al tanto lontano Nord d’Italia una famiglia fiorentina sempre con 2 componenti, residenti negli stessi 80 mq di casa, pagherà circa euro 174,00. Per non parlare di Udine, una delle città con maggior reddito pro-capite, dove gli stessi 2 componenti, residenti in 80 mq di casa, pagheranno circa euro 115,86. C’è da restare di stucco. Ma ancora non è finita qui, vogliamo parlare di riduzioni? Facciamolo. Fino al 2013 le famiglie reggine potevano usufruire di alcune riduzioni, per esempio: chi nel nucleo familiare registra la presenza di un soggetto diversamente abile, avente cioè diritto alle Legge 104/92, poteva usufruire di una riduzione del 50% e se il reddito era sotto i 10.000 euro, addirittura, ne era prevista l’esenzione. Insomma alle famiglie reggine in difficoltà, a chi in questa città non riesce a vivere dignitosamente, a chi non riesce a dare ai propri figli il minimo indispensabile, chi ci pensa? Per non parlare poi del fatto che diversi avvisi di pagamento non sono diciamo così fondati per diverse motivazioni, ma tutto questo fa bilancio. Un bilancio gonfiatissimo alla voce Entrate. La preoccupazione è che sempre meno reggini potranno permettersi di pagare le imposte e non solo per mancanza di senso civico e del dovere, ma perché come si rivela dagli stessi dati Istat la povertà, soprattutto al Sud Italia, aumenta e le famiglie non sono più in grado di sostenere spese improvvise ed extra".
"Una possibile soluzione - conclude - come sempre non viene che da un’opposizione che sta fuori dai palazzi, cioè quella di CasaPound, seguendo una logica elementare, quella tanto famosa del bastone e della carota. Premiare cioè con agevolazioni e sgravi i cittadini esempio, coloro i quali pagano le tasse e rispettano l’ambiente e la città; colpire invece dall’altra parte, con il reale uso di telecamere e vigili impiegati per strada, coloro i quali sporcano e inquinano e non pagano, ma soprattutto smetterla di dire che la città non dovrà versare ancora per molto lacrime e sangue, in quanto quest’affermazione non fa altro che esplicitare il fatto che la nostra Giunta e soprattutto il sindaco Falcomatà non hanno voce in capitolo su nulla ai tavoli che contano, quelli cioè regionali (chiaro esempio il battibeccare continuo con Oliverio) ma anche a quelli romani. Sindaco, speriamo solo le sia chiaro che l’oratoria con la quale lei si fa da scudo, non porta altro che enorme malcontento. Ma è chiaro, a lei di Reggio Calabria, del suo bene e della sua valorizzazione, non interessa nulla. Ma si ricordi: pecunia non olet".
"Soffermiamoci un attimo solo sulla Tari, però: la tassa sui rifiuti. Proprio quei rifiuti che ornano in grande stile la maggior parte dei quartieri cittadini, che affollano i marciapiedi soprattutto delle periferie, dove la differenziata è una chimera, dove la civiltà non è arrivata per colpa di chi preferisce tenersi calda la poltrona sotto il sedere e non multare pur di continuare ad assicurarsi sacche di voti. Ed intanto i cittadini onesti pagano bollette salate al suon di multe dell’Unione europea che vede ed evidenzia la cattiva gestione dei rifiuti nella nostra terra. Mentre c’è chi fa business coi rifiuti, Reggio Calabria, si rivela ancora una volta fanalino di coda".
"Mentre anche in molte zone d’Italia si inizia a vietare la vendita di piatti e bicchieri di plastica per garantire ai nostri figli un mondo meno inquinato ed evitare il collasso della Terra, il sindaco Falcomatà ed il consigliere Delfino, fanno proclami e stornelli dal gusto raccapricciante, mentre la città affoga tra i rifiuti, la sporcizia, il cattivo odore. Se non si parte dalla ri-educazione del cittadino nulla sarà possibile. Quanti sono ancora i reggini che non conoscono neppure l’esistenza dell’utile isola ecologica? La risposta l’abbiamo guardando vicino ai cassonetti rimasti per strada, dove possiamo trovare frigoriferi, materassi, sedie e suppellettili varie. Ed intanto in pochissimi pagano la Tari, come se ci fossero reggini più furbi di altri, come se il peso lo dovessero portare solo alcuni sulle spalle, tipica logica capitalista di una sinistra sempre più alla frutta!".
Prosegue: "In molte parti d’Italia vengono portate avanti agevolazioni fiscali verso i nuclei familiari “virtuosi”, verso cioè coloro i quali si adoperano per come deve essere a fare in modo corretto la differenziata, a pagare le imposte e a occuparsi anche della pulizia davanti le proprie case o attività. Non parliamo di casi impossibili da raggiungere ma della semplice voglia di fare e costruire in modo stabile e duraturo, a costo zero".
Prosegue - "La tariffa reggina sulla Tari è la più alta d’Italia e non ci vengano a dire che la colpa è di chi ha amministrato in precedenza, in quanto tra commissariamento e giunta Falcomatà sono trascorsi cinque anni. Come può una famiglia reggina composta da due persone, che vive in 80 mq di casa, pagare circa euro 359,36 mentre se guardiamo al tanto lontano Nord d’Italia una famiglia fiorentina sempre con 2 componenti, residenti negli stessi 80 mq di casa, pagherà circa euro 174,00. Per non parlare di Udine, una delle città con maggior reddito pro-capite, dove gli stessi 2 componenti, residenti in 80 mq di casa, pagheranno circa euro 115,86. C’è da restare di stucco. Ma ancora non è finita qui, vogliamo parlare di riduzioni? Facciamolo. Fino al 2013 le famiglie reggine potevano usufruire di alcune riduzioni, per esempio: chi nel nucleo familiare registra la presenza di un soggetto diversamente abile, avente cioè diritto alle Legge 104/92, poteva usufruire di una riduzione del 50% e se il reddito era sotto i 10.000 euro, addirittura, ne era prevista l’esenzione. Insomma alle famiglie reggine in difficoltà, a chi in questa città non riesce a vivere dignitosamente, a chi non riesce a dare ai propri figli il minimo indispensabile, chi ci pensa? Per non parlare poi del fatto che diversi avvisi di pagamento non sono diciamo così fondati per diverse motivazioni, ma tutto questo fa bilancio. Un bilancio gonfiatissimo alla voce Entrate. La preoccupazione è che sempre meno reggini potranno permettersi di pagare le imposte e non solo per mancanza di senso civico e del dovere, ma perché come si rivela dagli stessi dati Istat la povertà, soprattutto al Sud Italia, aumenta e le famiglie non sono più in grado di sostenere spese improvvise ed extra".
"Una possibile soluzione - conclude - come sempre non viene che da un’opposizione che sta fuori dai palazzi, cioè quella di CasaPound, seguendo una logica elementare, quella tanto famosa del bastone e della carota. Premiare cioè con agevolazioni e sgravi i cittadini esempio, coloro i quali pagano le tasse e rispettano l’ambiente e la città; colpire invece dall’altra parte, con il reale uso di telecamere e vigili impiegati per strada, coloro i quali sporcano e inquinano e non pagano, ma soprattutto smetterla di dire che la città non dovrà versare ancora per molto lacrime e sangue, in quanto quest’affermazione non fa altro che esplicitare il fatto che la nostra Giunta e soprattutto il sindaco Falcomatà non hanno voce in capitolo su nulla ai tavoli che contano, quelli cioè regionali (chiaro esempio il battibeccare continuo con Oliverio) ma anche a quelli romani. Sindaco, speriamo solo le sia chiaro che l’oratoria con la quale lei si fa da scudo, non porta altro che enorme malcontento. Ma è chiaro, a lei di Reggio Calabria, del suo bene e della sua valorizzazione, non interessa nulla. Ma si ricordi: pecunia non olet".
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