BELVEDERE MARITTIMO (CS). I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Cosenza, nell’ambito delle indagini dirette dal procuratore della Repubblica di Paola dottor Pierpaolo Bruni, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, nella forma per equivalente, disposto dal Gip del Tribunale di Paola dottoressa Rosamaria Mesiti, per un ammontare complessivo prossimo ai 5 milioni di euro, nei confronti della Casa di Cura Tricarico Rosano srl e di Fabrizio Tricarico Rosano nella sua qualità di legale rappresentante pro tempore.
I reati contestati alla società e per essa all’amministratore unico indagato, vanno dall’infedele dichiarazione dei redditi all’omesso versamento di ritenute certificate negli anni dal 2011 al 2014.
La misura cautelare reale trae origine da una verifica fiscale eseguita dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Cosenza che ha interessato le annualità dal 2011 al 2014 nei comparti imposte dirette e Iva e ha fatto emergere l’omesso versamento di ritenute, relative ad emolumenti erogati, per circa 4 milioni di euro, nonché un’evasione d’imposta (Ires) superiore agli 800.000 euro.
A fronte di tali violazioni tributarie è stato proposto il sequestro di beni nella forma per equivalente.
Il Gip del Tribunale di Paola, recependo e condividendo la proposta formulata dal pubblico ministero ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente delle disponibilità finanziarie e dei beni mobili registrati riconducibili all’indagato e alla società fino a concorrenza della somma di circa 5 milioni di euro.
Le attività poste in essere, volte a dare esecuzione al provvedimento del Gip del Tribunale di Paola, hanno consentito di rinvenire, tra i vari beni, un conto corrente della società contenente disponibilità finanziarie per diversi milioni di euro.
In tal modo si è assicurato un effettivo ristoro alle casse erariali, restituendo alla collettività risorse illecitamente sottratte e sono state colpite risorse economiche provento di illeciti, in modo tale da rendere economicamente non conveniente lo svolgimento dell’attività criminosa.
Prosegue l’attività della Procura della Repubblica di Paola volta all’individuazione e all’aggressione di patrimoni frutto di comportamenti illeciti.
I reati contestati alla società e per essa all’amministratore unico indagato, vanno dall’infedele dichiarazione dei redditi all’omesso versamento di ritenute certificate negli anni dal 2011 al 2014.
La misura cautelare reale trae origine da una verifica fiscale eseguita dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Cosenza che ha interessato le annualità dal 2011 al 2014 nei comparti imposte dirette e Iva e ha fatto emergere l’omesso versamento di ritenute, relative ad emolumenti erogati, per circa 4 milioni di euro, nonché un’evasione d’imposta (Ires) superiore agli 800.000 euro.
A fronte di tali violazioni tributarie è stato proposto il sequestro di beni nella forma per equivalente.
Il Gip del Tribunale di Paola, recependo e condividendo la proposta formulata dal pubblico ministero ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente delle disponibilità finanziarie e dei beni mobili registrati riconducibili all’indagato e alla società fino a concorrenza della somma di circa 5 milioni di euro.
Le attività poste in essere, volte a dare esecuzione al provvedimento del Gip del Tribunale di Paola, hanno consentito di rinvenire, tra i vari beni, un conto corrente della società contenente disponibilità finanziarie per diversi milioni di euro.
In tal modo si è assicurato un effettivo ristoro alle casse erariali, restituendo alla collettività risorse illecitamente sottratte e sono state colpite risorse economiche provento di illeciti, in modo tale da rendere economicamente non conveniente lo svolgimento dell’attività criminosa.
Prosegue l’attività della Procura della Repubblica di Paola volta all’individuazione e all’aggressione di patrimoni frutto di comportamenti illeciti.
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