REGGIO CALABRIA. Personale del Comando provinciale della Guardia di finanza, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo in via d’urgenza, avente a oggetto quote sociali e intero patrimonio aziendale di due società, la “Ma.Co. Costruzioni srl” e la “cooperativa sociale Le Rasole”, nonché di due unità immobiliari, con relative pertinenze, ubicate in città, per un valore complessivo di 1,1 milioni di euro.
Con il medesimo provvedimento è stato disposto, altresì, il sequestro “per equivalente” di beni che costituiscono il profitto dei reati tributari, contestati a 4 indagati, per un importo complessivo di 443.583,84 euro.
La vicenda trae origine da una pregressa attività investigativa posta in essere dal Nucleo di polizia economico-finanziaria reggino in materia di reati fallimentari e fiscali che ha riguardato due società, “I Picari srl” e “Termoidea srl”, in esito alla quale sono stati denunciati 12 soggetti.
Al riguardo, alla luce delle mirate indagini finanziarie condotte in capo agli indagati ed in ragione della puntuale ricostruzione documentale e dei connessi flussi finanziari sottostanti alle diverse vicende che hanno portato al fallimento delle richiamate imprese, sono stati acquisiti determinanti elementi probatori concernenti l’esistenza di una società di fatto riconducibile a due degli indagati, Giuseppe Sera e Caterina Spanò, i quali, anche attraverso l’interposizione fittizia di terzi soggetti, hanno posto in essere operazioni societarie e immobiliari con chiare finalità fraudolente.
In dettaglio, sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria delegante 7 soggetti per i reati di appropriazione indebita, truffa aggravata, riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, in quanto, a vario titolo, hanno:
2) la stipula di un contratto simulato di acquisto di un immobile – il cui reale promissario acquirente è stato individuato in Giuseppe Sera. Al riguardo è stato accertato che il pagamento è avvenuto in parte in contanti ed in parte mediante compensazione, per 120.000 euro di un credito che la fallita “Termoidea srl” vantava nei confronti della parte venditrice;
3) la vendita, durante lo stato di dissesto delle predette società, di un bene immobile intestato a Giuseppe Sera, con conseguente distrazione dal proprio patrimonio, nonché del relativo ricavato;
4) la dismissione del patrimonio mobiliare delle fallite attraverso una serie di fittizie compravendite eseguite tutte nella stessa data, a favore di persone giuridiche i cui amministratori di fatto erano legati da stringenti rapporti tra loro e senza la reale corresponsione di alcun pagamento;
5) plurimi contratti di affitto di ramo di azienda che prevedevano la cessione di tutti i beni della “Termoidea srl” in favore della “General Service srl” in modo da depredare la fallita degli strumenti necessari per il prosieguo delle attività e, di fatto, procedendo alla progressiva sostituzione commerciale della prima in favore della seconda. Analoghe circostanze sono state ricostruite anche con riferimento alla fallita “I Picari srl”, la quale, a fronte della cessione in affitto del proprio ramo d’azienda ha addirittura continuato ad accollarsi i costi per materie prime e per il pagamento delle utenze, benché i corrispondenti ricavi fossero introitati dalla società locataria;
6) la cessione di un credito della fallita “Termoidea srl” in favore della General Service srl, pari a 220.750 euro, mai restituito;
7) la costituzione di nuovi soggetti economici formalmente intestati a terzi, ma di fatto riconducibili agli indagati, in relazione ai quali i costi del personale continuavano ad essere sostenuti dalla fallita “I Picari srl”;
8) indebita appropriazione degli incassi della “General Service srl” per un importo complessivo superiore a 425.000 euro. Parte di tali somme sono state impiegate per l’acquisto degli immobili sopra citati e altra parte sono defluite a società collegate attraverso l’utilizzo di false fatturazioni.
Al riguardo si specifica che, dalla puntuale ricostruzione dei flussi finanziari, è emerso come 399.965 euro dei detti 425.000 euro provenissero in realtà dalla società cooperativa “Le Rasole”, rappresentata da Daniela Ferrari, che aveva gestito fino al 2013 un centro di accoglienza per migranti e richiedenti asilo sito a Rogliano (CS), successivamente a tale anno non più operativo.
Gli ulteriori approfondimenti hanno inoltre evidenziato che, dei 399.965 euro, ben 353.918 euro fossero giunti alla “General Service srl” attraverso false fatturazioni relative a lavori di manutenzione e ristrutturazione degli edifici presso cui erano ospitati i migranti, di fatto mai eseguiti;
9) accrediti diretti/indiretti sui conti correnti personali, prelevamenti di denaro contante e ricariche di carte di credito (in tal caso attingendo come provvista al conto della “S&T srl”) per importi superiori a 150.000 euro;
Con il medesimo provvedimento è stato disposto, altresì, il sequestro “per equivalente” di beni che costituiscono il profitto dei reati tributari, contestati a 4 indagati, per un importo complessivo di 443.583,84 euro.
La vicenda trae origine da una pregressa attività investigativa posta in essere dal Nucleo di polizia economico-finanziaria reggino in materia di reati fallimentari e fiscali che ha riguardato due società, “I Picari srl” e “Termoidea srl”, in esito alla quale sono stati denunciati 12 soggetti.
Al riguardo, alla luce delle mirate indagini finanziarie condotte in capo agli indagati ed in ragione della puntuale ricostruzione documentale e dei connessi flussi finanziari sottostanti alle diverse vicende che hanno portato al fallimento delle richiamate imprese, sono stati acquisiti determinanti elementi probatori concernenti l’esistenza di una società di fatto riconducibile a due degli indagati, Giuseppe Sera e Caterina Spanò, i quali, anche attraverso l’interposizione fittizia di terzi soggetti, hanno posto in essere operazioni societarie e immobiliari con chiare finalità fraudolente.
In dettaglio, sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria delegante 7 soggetti per i reati di appropriazione indebita, truffa aggravata, riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, in quanto, a vario titolo, hanno:
- depauperato le casse e il patrimonio aziendale di quattro società (le menzionate fallite “Termoidea srl” e “I Picari srl”, nonché la “General Service srl” e la “S&T srl”), mediante:
2) la stipula di un contratto simulato di acquisto di un immobile – il cui reale promissario acquirente è stato individuato in Giuseppe Sera. Al riguardo è stato accertato che il pagamento è avvenuto in parte in contanti ed in parte mediante compensazione, per 120.000 euro di un credito che la fallita “Termoidea srl” vantava nei confronti della parte venditrice;
3) la vendita, durante lo stato di dissesto delle predette società, di un bene immobile intestato a Giuseppe Sera, con conseguente distrazione dal proprio patrimonio, nonché del relativo ricavato;
4) la dismissione del patrimonio mobiliare delle fallite attraverso una serie di fittizie compravendite eseguite tutte nella stessa data, a favore di persone giuridiche i cui amministratori di fatto erano legati da stringenti rapporti tra loro e senza la reale corresponsione di alcun pagamento;
5) plurimi contratti di affitto di ramo di azienda che prevedevano la cessione di tutti i beni della “Termoidea srl” in favore della “General Service srl” in modo da depredare la fallita degli strumenti necessari per il prosieguo delle attività e, di fatto, procedendo alla progressiva sostituzione commerciale della prima in favore della seconda. Analoghe circostanze sono state ricostruite anche con riferimento alla fallita “I Picari srl”, la quale, a fronte della cessione in affitto del proprio ramo d’azienda ha addirittura continuato ad accollarsi i costi per materie prime e per il pagamento delle utenze, benché i corrispondenti ricavi fossero introitati dalla società locataria;
6) la cessione di un credito della fallita “Termoidea srl” in favore della General Service srl, pari a 220.750 euro, mai restituito;
7) la costituzione di nuovi soggetti economici formalmente intestati a terzi, ma di fatto riconducibili agli indagati, in relazione ai quali i costi del personale continuavano ad essere sostenuti dalla fallita “I Picari srl”;
8) indebita appropriazione degli incassi della “General Service srl” per un importo complessivo superiore a 425.000 euro. Parte di tali somme sono state impiegate per l’acquisto degli immobili sopra citati e altra parte sono defluite a società collegate attraverso l’utilizzo di false fatturazioni.
Al riguardo si specifica che, dalla puntuale ricostruzione dei flussi finanziari, è emerso come 399.965 euro dei detti 425.000 euro provenissero in realtà dalla società cooperativa “Le Rasole”, rappresentata da Daniela Ferrari, che aveva gestito fino al 2013 un centro di accoglienza per migranti e richiedenti asilo sito a Rogliano (CS), successivamente a tale anno non più operativo.
Gli ulteriori approfondimenti hanno inoltre evidenziato che, dei 399.965 euro, ben 353.918 euro fossero giunti alla “General Service srl” attraverso false fatturazioni relative a lavori di manutenzione e ristrutturazione degli edifici presso cui erano ospitati i migranti, di fatto mai eseguiti;
9) accrediti diretti/indiretti sui conti correnti personali, prelevamenti di denaro contante e ricariche di carte di credito (in tal caso attingendo come provvista al conto della “S&T srl”) per importi superiori a 150.000 euro;
- stipulato, utilizzando artifici e raggiri, attraverso la citata cooperativa “le Rasole”, apposite convenzioni con la Protezione civile della Calabria e il Ministero degli Interni relative alla gestione del centro di accoglienza. Gli accertamenti svolti hanno evidenziato la sussistenza di condotte di truffa aggravata ai danni dei citati Enti Pubblici, atteso che gli amministratori di fatto della menzionata cooperativa hanno falsamente attestato agli stessi l’idoneità della struttura ricettiva per il ricovero dei migranti, con specifico riferimento alla presenza di adeguati posti letto (300 dichiarati, in luogo dei 155 effettivi) e alla disponibilità di due strutture alberghiere (anziché, di fatto, di una sola), conseguendo, tra l’altro, indebitamente la somma complessiva di 209.930 euro;
- riciclato i proventi derivanti dalle condotte di bancarotta fraudolenta, concernenti il fallimento della citata società “I Picari srl”.
- dei beni considerati prodotto/profitto dei reati bancarotta fraudolenta per distrazione e di truffa aggravata, il cui valore stimato è pari a complessivi 1.100.000 euro;
- per equivalente (attese le violazioni penali tributarie evidenziate a carico degli indagati, per le quali, ai sensi dell’art. 12-bis del D.Lgs. 74/2000, è stato possibile applicare quanto previsto dall’art. 322-ter c.p.) fino alla concorrenza di somme per un valore complessivo pari a 443.583,84 euro, per un importo totale complessivo pari ad 1.543.583,84 euro.
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