VIBO VALENTIA. I finanzieri del locale Nucleo di polizia tributaria, coordinati dalla Procura della Repubblica vibonese, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo “per equivalente” nei confronti di un imprenditore locale, per un importo pari a circa 350 mila euro.
La misura è stata disposta al termine di una verifica fiscale effettuata nei confronti di una società operante nel settore del noleggio di automezzi, mezzi d’opera e di movimento terra, nel corso della quale, all’esito di mirati accertamenti, è stato acclarato un particolare sistema di frode, messo in atto dal responsabile negli anni d’imposta dal 2012 al 2016, consistente nel fraudolento abbattimento dei redditi e dell’Iva mediante il ricorso alla contabilizzazione di costi riferiti ad operazioni commerciali rivelatesi inesistenti.
Tale sistema ha portato, nel corso degli anni, ad un illegittimo risparmio d’imposta, per cui il rappresentante della società è stato segnalato alla Procura della Repubblica competente per il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, previsto dalla normativa penale in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto.
Per tale fattispecie la legge consente l’applicazione di misure cautelari reali, che la dottoressa Gabriella Lupoli, gip del Tribunale, ha disposto, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, dottoressa Benedetta Callea, titolare delle indagini.
L’operazione condotta dai militari delle Fiamme Gialle, all’esito di specifici accertamenti patrimoniali, consentirà il temporaneo ristoro delle casse erariali in attesa della confisca definitiva dell’ingente somma.
L’operazione si inquadra nell’ambito della costante attività della Guardia di finanza a presidio del sistema economico e finanziario a contrasto degli illeciti di natura tributaria e delle condotte fraudolente fiscalmente più pericolose.
La misura è stata disposta al termine di una verifica fiscale effettuata nei confronti di una società operante nel settore del noleggio di automezzi, mezzi d’opera e di movimento terra, nel corso della quale, all’esito di mirati accertamenti, è stato acclarato un particolare sistema di frode, messo in atto dal responsabile negli anni d’imposta dal 2012 al 2016, consistente nel fraudolento abbattimento dei redditi e dell’Iva mediante il ricorso alla contabilizzazione di costi riferiti ad operazioni commerciali rivelatesi inesistenti.
Tale sistema ha portato, nel corso degli anni, ad un illegittimo risparmio d’imposta, per cui il rappresentante della società è stato segnalato alla Procura della Repubblica competente per il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, previsto dalla normativa penale in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto.
Per tale fattispecie la legge consente l’applicazione di misure cautelari reali, che la dottoressa Gabriella Lupoli, gip del Tribunale, ha disposto, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, dottoressa Benedetta Callea, titolare delle indagini.
L’operazione condotta dai militari delle Fiamme Gialle, all’esito di specifici accertamenti patrimoniali, consentirà il temporaneo ristoro delle casse erariali in attesa della confisca definitiva dell’ingente somma.
L’operazione si inquadra nell’ambito della costante attività della Guardia di finanza a presidio del sistema economico e finanziario a contrasto degli illeciti di natura tributaria e delle condotte fraudolente fiscalmente più pericolose.
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