CATANZARO. Giovedì 15 febbraio alle ore 17 , nella sala polifunzionale della caserma Pepe – Bettoja, il Comando militare Esercito “Calabria” organizzerà una conferenza tenuta dall’architetto Oreste Sergi Pirrò finalizzata a presentare i risultati scientifici scaturiti da cinque anni di ricerca, confluiti in un saggio monografico dal titolo «Caterina de Julianis a Catanzaro: dai rinomati scarabattoli ad un ignoto “Ecce Homo” che si appresta a diventare un vero e proprio caposaldo dello studio sulla ceroplastica napoletana e in particolare sulla figura di Caterina De Julianis.
I risultati della ricerca che prende in esame la scultura in cera dell’“Ecce Homo” e i celebri quattro “scarabattoli” di monsignor Emanuele Spinelli, conservati rispettivamente nella chiesa di Santa Maria del Carmine e nella Basilica di Santa Maria Immacolata, sono stati pubblicati con l’articolo “Proposte attributive e nuove considerazioni per l’arte ceroplastica napoletana» sulla prestigiosa rivista scientifica calabrese “Esperide - Cultura Artistica in Calabria”, grazie al prezioso contributo del Circolo culturale “Augusto Placanica”.
La scelta di voler programmare l’incontro culturale all’interno del complesso militare non è un caso. Il Comando Militare Esercito “Calabria”, infatti, oltre ad avere già al suo attivo diverse iniziative dall’ampio ed alto respiro culturale, aventi per oggetto la memoria storica della Calabria e di Catanzaro, ha voluto, sin dall’insediamento dell’attuale comandante, colonnello Giovanni Rossitto, aprirsi alla città per far riscoprire ai catanzaresi anche la straordinaria storia di questo luogo un tempo, per ciò che concerne il complesso “Bettoja”, antico convento cinquecentesco dei Padri Cappuccini.
Lo studio di Oreste Sergi Pirrò, a tal proposito, è riuscito, attraverso documenti inediti, ad attestare non solo la presenza all’interno della sagrestia della chiesa dei Cappuccini di Santa Maria degli Angeli di due scarabattoli con «statuette rappresentanti la nascita e la morte del Redentore», quanto ad identificare la scultura dell’Ecce Homo in cera, oggi nella chiesa del Carmine, con quella inventariata già nel 1784 all’interno del complesso francescano.
Lo studio storico-critico, attraverso immagini esclusive e dettagliate, mette, pertanto, in evidenza una complessa vicenda artistica di queste opere presenti a Catanzaro per le quali, lo studioso e storico catanzarese, ha aperto nuove prospettive d’indagine e approfondimento sia sulla figura dell’artista partenopea e sia, più specificatamente, sulle sculture in oggetto.
I risultati della ricerca che prende in esame la scultura in cera dell’“Ecce Homo” e i celebri quattro “scarabattoli” di monsignor Emanuele Spinelli, conservati rispettivamente nella chiesa di Santa Maria del Carmine e nella Basilica di Santa Maria Immacolata, sono stati pubblicati con l’articolo “Proposte attributive e nuove considerazioni per l’arte ceroplastica napoletana» sulla prestigiosa rivista scientifica calabrese “Esperide - Cultura Artistica in Calabria”, grazie al prezioso contributo del Circolo culturale “Augusto Placanica”.
La scelta di voler programmare l’incontro culturale all’interno del complesso militare non è un caso. Il Comando Militare Esercito “Calabria”, infatti, oltre ad avere già al suo attivo diverse iniziative dall’ampio ed alto respiro culturale, aventi per oggetto la memoria storica della Calabria e di Catanzaro, ha voluto, sin dall’insediamento dell’attuale comandante, colonnello Giovanni Rossitto, aprirsi alla città per far riscoprire ai catanzaresi anche la straordinaria storia di questo luogo un tempo, per ciò che concerne il complesso “Bettoja”, antico convento cinquecentesco dei Padri Cappuccini.
Lo studio di Oreste Sergi Pirrò, a tal proposito, è riuscito, attraverso documenti inediti, ad attestare non solo la presenza all’interno della sagrestia della chiesa dei Cappuccini di Santa Maria degli Angeli di due scarabattoli con «statuette rappresentanti la nascita e la morte del Redentore», quanto ad identificare la scultura dell’Ecce Homo in cera, oggi nella chiesa del Carmine, con quella inventariata già nel 1784 all’interno del complesso francescano.
Lo studio storico-critico, attraverso immagini esclusive e dettagliate, mette, pertanto, in evidenza una complessa vicenda artistica di queste opere presenti a Catanzaro per le quali, lo studioso e storico catanzarese, ha aperto nuove prospettive d’indagine e approfondimento sia sulla figura dell’artista partenopea e sia, più specificatamente, sulle sculture in oggetto.
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