VILLA SAN GIOVANNI. «La nostra generazione è stanca, chi vive qui è offeso nella sua dignità di uomo. La Calabria deve diventare un luogo in cui si viene a lavorare, perché è qui che deve esserci l’industria del turismo ed è questo che vorremo fare una volta al Governo».
Emozionato, deciso e sicuro. Così è apparso Marco Siclari, candidato di Forza Italia al collegio uninominale del Senato, nella gremita piazza Valsesia che lo ha accolto così come una madre fa con il proprio figlio.
In apertura di comizio, l’ex presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, candidato del centrodestra per il collegio uninominale della Camera, rimarca l’importanza di agire soprattutto nel settore della Sanità.
«Dopo gli anni del governo di centrosinistra, notiamo il fallimento del Partito democratico. Solo noi possiamo essere l’alternativa. Non so come si possa pensare in un territorio come il nostro, un voto di protesta per il M5S».
Talarico ringrazia Siclari per «questa idea straordinaria di «stare in mezzo alla gente. È un messaggio d’amore fantastico. Marco è un professionista serio, stimato e farà un gran lavoro al Senato».
Poi è il turno di Siclari che esordisce rivelando un retroscena: «Quando mi hanno chiesto se volevo partecipare a questo progetto di rinnovamento per Reggio Calabria ho colto con grande orgoglio questa richiesta. Non ho riflettuto più di tre secondi. La mia è stata una risposta istintiva.
Non si poteva stare lì a pensare: faccio una carriera da direttore sanitario o torno a casa con i rischi che ha un territorio difficile come la provincia di Reggio Calabria? E allora ho detto al presidente: «È come se mi chiedi se voglio curare mia madre che sta male! Nessun figlio abbandona la propria madre».
Per il candidato di Forza Italia «c’è una forte responsabilità dietro la scelta di scendere in campo.
Ognuno di noi spera che qualcuno possa fare qualcosa per questa terra. Lo speriamo dal profondo del cuore. Lo sperava mio nonno, lo sperava mio padre e così pure io da piccolo. Non voglio che anche mio figlio abbia la stessa speranza. Sono trascorsi troppi anni, troppi politici e troppe parole. Ma poche sono state le risposte giunte, spesso in modo inadeguato o tardivo. Non abbiamo potuto crescere con i nostri sogni e progetti in questa terra».
C’è grande orgoglio in piazza e lo si avverte a piene mani: «Noi calabresi abbiamo una marcia in più – incalza Siclari – e ciò che mi rattrista è quando mi si dice “perché in Calabria non riuscite a fare quel che dimostrate di saper fare fuori?”. La risposta è semplice: la politica non ha dato le risposte che il territorio meritava. Ma per fortuna non tutta la politica. Basta con la storia delle responsabilità di chi c’era prima, ma è nostra. Di chi oggi si assume questo incarico».
Poi si passa ai temi della campagna elettorale. «Il presidente Berlusconi – spiega Siclari – ha preso l’impegno di sconfiggere il problema della povertà. E lo vuole fare con l’aumento delle pensioni a mille euro e con il reddito di dignità per le famiglie che hanno un reddito inferiore ai mille euro e così vivere dignitosamente a casa propria».
Dal respiro nazionale, si va a quello locale: «Abbiamo due problemi enormi diventate ormai emergenze. La prima è la sanità, la seconda la disoccupazione. Nel primo caso è calpestato l’articolo 32 della Costituzionale ed è l’unico diritto su cui lo Stato non può fare economia. Non possiamo avere una sanità da terzo mondo. I soldi che si spendono per la migrazione sanitaria devono rimanere qui. Dobbiamo intervenire immediatamente con una programmazione sanitaria regionale elaborata sul bisogno salute della Regione. Oggi questo non c’è ed è gravissimo. Tutto ciò costa oltre un miliardo l’anno allo Stato e le famiglie spendono 460 milioni per curarsi fuori dalla Calabria».
Per Siclari anche gli studenti universitari meritano grande considerazione: «Non possiamo dimenticare i nostri ragazzi costretti a studiare fuori. Pensate che solo a Roma ci sono oltre 40mila studenti calabresi. E i genitori devono intervenire economicamente spendendo in media almeno 1000 euro mensili. Sono 40 milioni al mese che mandiamo a Roma, come pure a Perugia, Bologna, Milano. Soldi che vanno fuori dal nostro territorio contribuendo ad impoverire le nostre aziende. È per questo che vanno potenziati notevolmente i nostri poli universitari».
«Quanto alla disoccupazione – aggiunge Siclari – credetemi: in tutto il mondo ci invidiano per quello che abbiamo mentre noi non sappiamo creare valore. Pensate che, solo nella provincia di Reggio Calabria, abbiamo 26 siti architettonici riconosciuti dal Ministero per i beni culturali. E alcuni non li conosciamo neppure noi. Basta parlare soltanto dei Bronzi di Riace. Tocca a noi intervenire con una progettualità e con logica per dare valore alle ricchezze naturali, paesaggistiche, ai nostri prodotti tipici e alle nostre tradizioni per portare il turismo da 20 giorni l’anno a 10 mesi. Basti pensare alla posizione della nostra città. Per Villa sarà fondamentale lo spostamento degli approdi a sud, non solo per liberare la città dal traffico dei mezzi e quindi dall’inquinamento, ma anche e soprattutto, per convertire gli attuali approdi in porto turistico».
E arrivano gli impegni: «La prima cosa che farò appena vinceremo col centrodestra sarà quello di istituire un tavolo tecnico-politico-istituzionale dove siederanno ogni 15 giorni tutti i sindaci della parte jonica di Reggio e del parco aspromontano e un secondo tavolo con i sindaci della parte tirrenica e dello stesso parco. Perché sono gli stessi sindaci a far emergere le ricchezze dei territori, anche quelle che noi non conosciamo. Organizzeremo incontri con chi oggi lavora intercettando i flussi turistici: i tour operator. Ci presenteremo a loro con tutte le ricchezze del nostro territorio, con tutti i nostri prodotti tipici perché la più grande industria italiana è quella del turismo e chiederemo al Governo di permettere questo sviluppo tramite il potenziamento delle infrastrutture. Dall’aeroporto all’alta velocità, senza dimenticare la 106 e le trasversali come la Bovalino-Bagnara e la Limina. Non è pensabile che ci si debba vergognare perché non sappiamo far decollare Reggio Calabria che è la parte più bella di questa regione».
Un pizzico di sano campanilismo dettato da amore profondo: «Villa San Giovanni è la città più bella del mondo. Mi dispiace per gli amici di tutti i Comuni. –ironizza Siclari - Ma se Villa sarà in Senato – conclude – anche per gli altri ci sarà spazio, senza differenze, tutti i comuni avranno lo stesso spazio perché solo uniti rilanceremo questo territorio. E tutti i sindaci non avranno colore politico, ma saranno semplicemente i miei cittadini di Reggio Calabria».
Emozionato, deciso e sicuro. Così è apparso Marco Siclari, candidato di Forza Italia al collegio uninominale del Senato, nella gremita piazza Valsesia che lo ha accolto così come una madre fa con il proprio figlio.
In apertura di comizio, l’ex presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, candidato del centrodestra per il collegio uninominale della Camera, rimarca l’importanza di agire soprattutto nel settore della Sanità.
«Dopo gli anni del governo di centrosinistra, notiamo il fallimento del Partito democratico. Solo noi possiamo essere l’alternativa. Non so come si possa pensare in un territorio come il nostro, un voto di protesta per il M5S».
Talarico ringrazia Siclari per «questa idea straordinaria di «stare in mezzo alla gente. È un messaggio d’amore fantastico. Marco è un professionista serio, stimato e farà un gran lavoro al Senato».
Poi è il turno di Siclari che esordisce rivelando un retroscena: «Quando mi hanno chiesto se volevo partecipare a questo progetto di rinnovamento per Reggio Calabria ho colto con grande orgoglio questa richiesta. Non ho riflettuto più di tre secondi. La mia è stata una risposta istintiva.
Non si poteva stare lì a pensare: faccio una carriera da direttore sanitario o torno a casa con i rischi che ha un territorio difficile come la provincia di Reggio Calabria? E allora ho detto al presidente: «È come se mi chiedi se voglio curare mia madre che sta male! Nessun figlio abbandona la propria madre».
Per il candidato di Forza Italia «c’è una forte responsabilità dietro la scelta di scendere in campo.
Ognuno di noi spera che qualcuno possa fare qualcosa per questa terra. Lo speriamo dal profondo del cuore. Lo sperava mio nonno, lo sperava mio padre e così pure io da piccolo. Non voglio che anche mio figlio abbia la stessa speranza. Sono trascorsi troppi anni, troppi politici e troppe parole. Ma poche sono state le risposte giunte, spesso in modo inadeguato o tardivo. Non abbiamo potuto crescere con i nostri sogni e progetti in questa terra».
C’è grande orgoglio in piazza e lo si avverte a piene mani: «Noi calabresi abbiamo una marcia in più – incalza Siclari – e ciò che mi rattrista è quando mi si dice “perché in Calabria non riuscite a fare quel che dimostrate di saper fare fuori?”. La risposta è semplice: la politica non ha dato le risposte che il territorio meritava. Ma per fortuna non tutta la politica. Basta con la storia delle responsabilità di chi c’era prima, ma è nostra. Di chi oggi si assume questo incarico».
Poi si passa ai temi della campagna elettorale. «Il presidente Berlusconi – spiega Siclari – ha preso l’impegno di sconfiggere il problema della povertà. E lo vuole fare con l’aumento delle pensioni a mille euro e con il reddito di dignità per le famiglie che hanno un reddito inferiore ai mille euro e così vivere dignitosamente a casa propria».
Dal respiro nazionale, si va a quello locale: «Abbiamo due problemi enormi diventate ormai emergenze. La prima è la sanità, la seconda la disoccupazione. Nel primo caso è calpestato l’articolo 32 della Costituzionale ed è l’unico diritto su cui lo Stato non può fare economia. Non possiamo avere una sanità da terzo mondo. I soldi che si spendono per la migrazione sanitaria devono rimanere qui. Dobbiamo intervenire immediatamente con una programmazione sanitaria regionale elaborata sul bisogno salute della Regione. Oggi questo non c’è ed è gravissimo. Tutto ciò costa oltre un miliardo l’anno allo Stato e le famiglie spendono 460 milioni per curarsi fuori dalla Calabria».
Per Siclari anche gli studenti universitari meritano grande considerazione: «Non possiamo dimenticare i nostri ragazzi costretti a studiare fuori. Pensate che solo a Roma ci sono oltre 40mila studenti calabresi. E i genitori devono intervenire economicamente spendendo in media almeno 1000 euro mensili. Sono 40 milioni al mese che mandiamo a Roma, come pure a Perugia, Bologna, Milano. Soldi che vanno fuori dal nostro territorio contribuendo ad impoverire le nostre aziende. È per questo che vanno potenziati notevolmente i nostri poli universitari».
«Quanto alla disoccupazione – aggiunge Siclari – credetemi: in tutto il mondo ci invidiano per quello che abbiamo mentre noi non sappiamo creare valore. Pensate che, solo nella provincia di Reggio Calabria, abbiamo 26 siti architettonici riconosciuti dal Ministero per i beni culturali. E alcuni non li conosciamo neppure noi. Basta parlare soltanto dei Bronzi di Riace. Tocca a noi intervenire con una progettualità e con logica per dare valore alle ricchezze naturali, paesaggistiche, ai nostri prodotti tipici e alle nostre tradizioni per portare il turismo da 20 giorni l’anno a 10 mesi. Basti pensare alla posizione della nostra città. Per Villa sarà fondamentale lo spostamento degli approdi a sud, non solo per liberare la città dal traffico dei mezzi e quindi dall’inquinamento, ma anche e soprattutto, per convertire gli attuali approdi in porto turistico».
E arrivano gli impegni: «La prima cosa che farò appena vinceremo col centrodestra sarà quello di istituire un tavolo tecnico-politico-istituzionale dove siederanno ogni 15 giorni tutti i sindaci della parte jonica di Reggio e del parco aspromontano e un secondo tavolo con i sindaci della parte tirrenica e dello stesso parco. Perché sono gli stessi sindaci a far emergere le ricchezze dei territori, anche quelle che noi non conosciamo. Organizzeremo incontri con chi oggi lavora intercettando i flussi turistici: i tour operator. Ci presenteremo a loro con tutte le ricchezze del nostro territorio, con tutti i nostri prodotti tipici perché la più grande industria italiana è quella del turismo e chiederemo al Governo di permettere questo sviluppo tramite il potenziamento delle infrastrutture. Dall’aeroporto all’alta velocità, senza dimenticare la 106 e le trasversali come la Bovalino-Bagnara e la Limina. Non è pensabile che ci si debba vergognare perché non sappiamo far decollare Reggio Calabria che è la parte più bella di questa regione».
Un pizzico di sano campanilismo dettato da amore profondo: «Villa San Giovanni è la città più bella del mondo. Mi dispiace per gli amici di tutti i Comuni. –ironizza Siclari - Ma se Villa sarà in Senato – conclude – anche per gli altri ci sarà spazio, senza differenze, tutti i comuni avranno lo stesso spazio perché solo uniti rilanceremo questo territorio. E tutti i sindaci non avranno colore politico, ma saranno semplicemente i miei cittadini di Reggio Calabria».
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