RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Egregio Presidente,
mi pregio di porre alla Sua attenzione, come politico e cittadino, questa missiva nella speranza che le quotidiane problematiche siano, in qualche misura, risolte dalla politica per dare alla nostra terra un sollievo e un rilancio atteso da anni e di cui ha tanto bisogno.
Egregio Presidente
vorrei mettere in evidenza l’importante questione dei trasporti nel territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria dove ci sono comuni dell’entroterra ionico e tirrenico serviti unicamente dai pullman di linea mentre nelle zone marine i collegamenti sono garantiti anche dalle ferrovie dello stato che utilizzano ancora le vecchie littorine e dispongono di pochi altri treni moderni. Questo sistema di trasporto sia su gomma che su linea ferrata presenta delle fragilità a danno dei pendolari, in prevalenza della zona ionica, anche perché la ferrovia è ancora oggi su unico binario. In caso di guasto di un treno o della littorina le comunicazioni si
interrompono ed i territori rimangono isolati anche perché il trasporto alternativo su gomma non copre in modo appropriato il territorio con orari adeguati alle esigenze dell’utenza, se non nel periodo scolastico quando è garantita qualche corsa più.
Egregio Presidente,
lo sviluppo, ma soprattutto la crescita dei territori passa anche attraverso il miglioramento di questi servizi alle persone che non dispongono di propri autoveicoli per spostarsi liberamente per le varie esigenze della vita quotidiana. Serve, inoltre, rendere sicure la viabilità stradale e ferroviaria, che rappresentano lo sviluppo e la conservazione dei territorio sia sul piano delle tradizioni culturali, economiche, turistiche e artigianali.
Egregio Presidente,
solo per fare due esempi per poi passare all’argomento della mia missiva: la strada statale 682 di collegamento Jonio Tirreno.
Una strada che Lei conosce bene per il Suo ruolo istituzionale che ricopre. Insieme alla SS106 sono le più importanti vie di comunicazione del territorio della costa Ionica e Tirrenica della nostra provincia.
Non voglio soffermarmi sul problema SS 106 oggetto di dibattiti e promesse ancora senza risultati. Una strada vetusta per le condizioni dell’asfalto; per i molteplici svincoli aperti che peggiorano notevolmente i livelli di sicurezza; per la mancanza di regolare manutenzione come il taglio di rami che occupano, in parte, la sede stradale impendendo la piena visuale di chi vi transita; per la mancanza di adeguata illuminazione nei punti più pericolosi e critici. Tutte queste problematiche incidono pesantemente sulla sicurezza e concorrono a provocare morte e dolore come accaduto recentemente a Condofuri dove è morta una giovane mamma. Altri esempi se ne possono fare ed altre manifestazioni si possono raccontare eppure la forza di reazione delle istituzioni è ancora molto debole.
Egregio Presidente,
il migliore modo di affrontare tale problema nel ricordo di tutte le vittime della SS 106 non è l’organizzazione di una fiaccolata, pur essendo essa un segno di rispetto di tutte le vittime innocenti della strada, ma la collocazione di un faro orientato sulle istituzioni preposte alla risoluzione delle problematiche fino ad oggi non affrontate in maniera organica.
La SS 106 in alcuni tratti necessita di limitatori di velocità, illuminazione nei presi dei centri abitati e rotatorie per rendere sicura questa strada.
La stessa situazione si presenta per la statale 682, teatro di tanti lutti, di cui più volte ho scritto agli enti preposti e alla politica a tutti i livelli nel porre attenzione su questa strada proponendo interventi che non sono onerosi ma che consentono al cittadino utente di non sentirsi in solitudine soprattutto chi transita giornalmente per lavoro o dai turisti per visitare il nostro territorio.
In questa strada, lunga trentotto chilometri, la situazione diviene più ansiosa nelle ore notturne, dove per lunghi tratti il cellulare diviene un oggetto inutile per l’assenza di campo di copertura. Basta installare apparecchi nelle aree di sosta per chiamare o inviare un SOS d’aiuto e installare dei pali a panello solare per illuminare queste aree molto utili in caso di necessità. L’altra situazione riguarda il rilancio delle due tratte della ferrovia a scartamento ridotto che collega Gioia Tauro – Cinquefrondi (percorso di km 32) e la tratta Gioia Tauro – Sinopoli – San Procopio (percorso di km 26).
Questo mezzo di trasporto, deve ritornare a scorrere sui binari, deve diventare un obiettivo strategico del Governo regionale, perché riesce a favorire quel riequilibrio territoriale tra costa ed entroterra, riattivando e potenziando un indotto non solo di mobilità alternativa.
Egregio Presidente,
da qui a qualche mese apriranno i cantieri di ammodernamento del tratto autostradale dallo svincolo di Campo Calabro allo svincolo di Santa Caterina. La durata dei lavori è di qualche anno e ciò condizionerà decisamente il traffico in ingresso ed in uscita dalla città. In particolare ne risentirà la mobilità di tutti quei pendolari che per vari motivi devo raggiungere la città e poi far ritorno nei luoghi di provenienza. Questa è l’occasione buona a mio avviso perché la regione si faccia promotrice e possa buttare le basi almeno per la nostra provincia per intervenire migliorando sia il trasporto su gomma ma soprattutto quello ferroviario che in questa situazione di emergenza può avere un ruolo importante mediante l’integrazione gomma/rotaia.
Bisogna creare le condizioni affinché i pullman non arrivino in città e che l’utenza pendolare possa utilizzare il treno per raggiungere la citta di Reggio di Calabria e viceversa istituendo come regione un biglietto unico di viaggio. I pullman, potrebbero accompagnare la propria utenza pendolare alle stazioni di Gioia Tauro, Palmi, Bagnara. In questo modo aumenterebbero le corse giornaliere verso i comuni limitrofi o interni e si creerebbero le condizioni di un migliore servizio per i pendolari che ne trarrebbero beneficio sia dai privati che dal pubblico come le Ferrovie della Calabria che dovrebbero comunque potenziare le proprie linee che al momento sono deficitarie rispetto alle esigenze di mobilità dei cittadini di alcune aree.
Bisogna rilanciare il trasporto pubblico, ma con interventi omogenei che garantiscano uguali servizi e corse per tutte le realtà comunali senza disparità alcuna tra territori servizi dal pubblico o dal privato. In aggiunta a ciò si dovrebbero aumentare le corse soprattutto per la copertura di fasce orarie al momento poco servite. Per esempio le Ferrovie della Calabria non garantiscono bene la fascia oraria pomeridiana di rientro in quanto tra l’ultima (18.00) e la penultima (13.40) corsa c’è un divario di oltre 4 ore.
Egregio Presidente,
basta verificare tramite internet o altro mezzo di informazione, solo per fare qualche esempio, la differenza delle linee giornaliere che vengono garantite da questi autolinee pubblica e privata da e per la citta di Reggio di Calabria. Una piccola sbirciatina ai tabulati degli orari è sufficiente per avere una visione chiara della disparita di servizi nei confronti dell’utenza pendolare. Il privato non solo garantisce più corse durante tutta la settimana (domenica compresa), ma anche la qualità del servizio è migliore basti pensare al controllore sul pullman oltre l’autista e i pullman ben gestiti come immagine.
Egregio Presidente,
cambiare e migliorare la situazione che vivono ogni giorno i nostri concittadini pendolari è una sfida possibile e deve diventare una priorità, pertanto Le chiedo di farsi promotore di costituire un tavolo tecnico con tutti gli attori (sindaci, società di autolinee, Sindaco della Città Metropolitana, Trenitalia, Anas, Prefetto) al fine di coordinare gli interventi necessari a far fronte a questa situazione che potrebbe prendere un risvolto di emergenza per la città di Reggio Calabria e per l’utenza pendolare che arriva dai comuni della tirrenica. Un tavolo che consenta di predisporre efficaci interventi per superare questa nuova criticità che da qui a qualche mese sicuramente si presenterà in tutta la sua evidenza.
Egregio Presidente,
mi pregio di porre alla Sua attenzione, come politico e cittadino, questa missiva nella speranza che le quotidiane problematiche siano, in qualche misura, risolte dalla politica per dare alla nostra terra un sollievo e un rilancio atteso da anni e di cui ha tanto bisogno.
Egregio Presidente
vorrei mettere in evidenza l’importante questione dei trasporti nel territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria dove ci sono comuni dell’entroterra ionico e tirrenico serviti unicamente dai pullman di linea mentre nelle zone marine i collegamenti sono garantiti anche dalle ferrovie dello stato che utilizzano ancora le vecchie littorine e dispongono di pochi altri treni moderni. Questo sistema di trasporto sia su gomma che su linea ferrata presenta delle fragilità a danno dei pendolari, in prevalenza della zona ionica, anche perché la ferrovia è ancora oggi su unico binario. In caso di guasto di un treno o della littorina le comunicazioni si
interrompono ed i territori rimangono isolati anche perché il trasporto alternativo su gomma non copre in modo appropriato il territorio con orari adeguati alle esigenze dell’utenza, se non nel periodo scolastico quando è garantita qualche corsa più.
Egregio Presidente,
lo sviluppo, ma soprattutto la crescita dei territori passa anche attraverso il miglioramento di questi servizi alle persone che non dispongono di propri autoveicoli per spostarsi liberamente per le varie esigenze della vita quotidiana. Serve, inoltre, rendere sicure la viabilità stradale e ferroviaria, che rappresentano lo sviluppo e la conservazione dei territorio sia sul piano delle tradizioni culturali, economiche, turistiche e artigianali.
Egregio Presidente,
solo per fare due esempi per poi passare all’argomento della mia missiva: la strada statale 682 di collegamento Jonio Tirreno.
Una strada che Lei conosce bene per il Suo ruolo istituzionale che ricopre. Insieme alla SS106 sono le più importanti vie di comunicazione del territorio della costa Ionica e Tirrenica della nostra provincia.
Non voglio soffermarmi sul problema SS 106 oggetto di dibattiti e promesse ancora senza risultati. Una strada vetusta per le condizioni dell’asfalto; per i molteplici svincoli aperti che peggiorano notevolmente i livelli di sicurezza; per la mancanza di regolare manutenzione come il taglio di rami che occupano, in parte, la sede stradale impendendo la piena visuale di chi vi transita; per la mancanza di adeguata illuminazione nei punti più pericolosi e critici. Tutte queste problematiche incidono pesantemente sulla sicurezza e concorrono a provocare morte e dolore come accaduto recentemente a Condofuri dove è morta una giovane mamma. Altri esempi se ne possono fare ed altre manifestazioni si possono raccontare eppure la forza di reazione delle istituzioni è ancora molto debole.
Egregio Presidente,
il migliore modo di affrontare tale problema nel ricordo di tutte le vittime della SS 106 non è l’organizzazione di una fiaccolata, pur essendo essa un segno di rispetto di tutte le vittime innocenti della strada, ma la collocazione di un faro orientato sulle istituzioni preposte alla risoluzione delle problematiche fino ad oggi non affrontate in maniera organica.
La SS 106 in alcuni tratti necessita di limitatori di velocità, illuminazione nei presi dei centri abitati e rotatorie per rendere sicura questa strada.
La stessa situazione si presenta per la statale 682, teatro di tanti lutti, di cui più volte ho scritto agli enti preposti e alla politica a tutti i livelli nel porre attenzione su questa strada proponendo interventi che non sono onerosi ma che consentono al cittadino utente di non sentirsi in solitudine soprattutto chi transita giornalmente per lavoro o dai turisti per visitare il nostro territorio.
In questa strada, lunga trentotto chilometri, la situazione diviene più ansiosa nelle ore notturne, dove per lunghi tratti il cellulare diviene un oggetto inutile per l’assenza di campo di copertura. Basta installare apparecchi nelle aree di sosta per chiamare o inviare un SOS d’aiuto e installare dei pali a panello solare per illuminare queste aree molto utili in caso di necessità. L’altra situazione riguarda il rilancio delle due tratte della ferrovia a scartamento ridotto che collega Gioia Tauro – Cinquefrondi (percorso di km 32) e la tratta Gioia Tauro – Sinopoli – San Procopio (percorso di km 26).
Questo mezzo di trasporto, deve ritornare a scorrere sui binari, deve diventare un obiettivo strategico del Governo regionale, perché riesce a favorire quel riequilibrio territoriale tra costa ed entroterra, riattivando e potenziando un indotto non solo di mobilità alternativa.
Egregio Presidente,
da qui a qualche mese apriranno i cantieri di ammodernamento del tratto autostradale dallo svincolo di Campo Calabro allo svincolo di Santa Caterina. La durata dei lavori è di qualche anno e ciò condizionerà decisamente il traffico in ingresso ed in uscita dalla città. In particolare ne risentirà la mobilità di tutti quei pendolari che per vari motivi devo raggiungere la città e poi far ritorno nei luoghi di provenienza. Questa è l’occasione buona a mio avviso perché la regione si faccia promotrice e possa buttare le basi almeno per la nostra provincia per intervenire migliorando sia il trasporto su gomma ma soprattutto quello ferroviario che in questa situazione di emergenza può avere un ruolo importante mediante l’integrazione gomma/rotaia.
Bisogna creare le condizioni affinché i pullman non arrivino in città e che l’utenza pendolare possa utilizzare il treno per raggiungere la citta di Reggio di Calabria e viceversa istituendo come regione un biglietto unico di viaggio. I pullman, potrebbero accompagnare la propria utenza pendolare alle stazioni di Gioia Tauro, Palmi, Bagnara. In questo modo aumenterebbero le corse giornaliere verso i comuni limitrofi o interni e si creerebbero le condizioni di un migliore servizio per i pendolari che ne trarrebbero beneficio sia dai privati che dal pubblico come le Ferrovie della Calabria che dovrebbero comunque potenziare le proprie linee che al momento sono deficitarie rispetto alle esigenze di mobilità dei cittadini di alcune aree.
Bisogna rilanciare il trasporto pubblico, ma con interventi omogenei che garantiscano uguali servizi e corse per tutte le realtà comunali senza disparità alcuna tra territori servizi dal pubblico o dal privato. In aggiunta a ciò si dovrebbero aumentare le corse soprattutto per la copertura di fasce orarie al momento poco servite. Per esempio le Ferrovie della Calabria non garantiscono bene la fascia oraria pomeridiana di rientro in quanto tra l’ultima (18.00) e la penultima (13.40) corsa c’è un divario di oltre 4 ore.
Egregio Presidente,
basta verificare tramite internet o altro mezzo di informazione, solo per fare qualche esempio, la differenza delle linee giornaliere che vengono garantite da questi autolinee pubblica e privata da e per la citta di Reggio di Calabria. Una piccola sbirciatina ai tabulati degli orari è sufficiente per avere una visione chiara della disparita di servizi nei confronti dell’utenza pendolare. Il privato non solo garantisce più corse durante tutta la settimana (domenica compresa), ma anche la qualità del servizio è migliore basti pensare al controllore sul pullman oltre l’autista e i pullman ben gestiti come immagine.
Egregio Presidente,
cambiare e migliorare la situazione che vivono ogni giorno i nostri concittadini pendolari è una sfida possibile e deve diventare una priorità, pertanto Le chiedo di farsi promotore di costituire un tavolo tecnico con tutti gli attori (sindaci, società di autolinee, Sindaco della Città Metropolitana, Trenitalia, Anas, Prefetto) al fine di coordinare gli interventi necessari a far fronte a questa situazione che potrebbe prendere un risvolto di emergenza per la città di Reggio Calabria e per l’utenza pendolare che arriva dai comuni della tirrenica. Un tavolo che consenta di predisporre efficaci interventi per superare questa nuova criticità che da qui a qualche mese sicuramente si presenterà in tutta la sua evidenza.
Giuseppe Pinto
responsabile Politiche del Territorio
Pd Reggio Calabria
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