REGGIO CALABRIA. Nell’ambito del piano prefettizio di azione nazionale e transnazionale denominato “Focus ‘ndrangheta 2017”, personale militare della locale Capitaneria di porto congiuntamente ai finanzieri della Sezione operativa navale reggina, sono intervenuti in località torrente Gallico e San Biagio al fine di accertare e verificare eventuali abusi in materia ambientale.
Giunti sul posto hanno rinvenuto un sito adibito a discarica abusiva di rifiuti pericolosi e non per un totale di oltre 800 metri quadri composto da svariati materiali, e più precisamente da: carcasse di elettrodomestici, rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione, latte di vernici, materiali da costruzione contenenti sostanze pericolose, oltre a tali rifiuti sono state rinvenute – cosa ben più grave - lastre di eternit lesionate in più parti che potrebbe comportare possibile aerodispersione delle particelle di amianto contenute.
L’intera area è stata sigillata e posta sotto sequestro penale dai predetti militari, per violazioni al Testo unico ambientale (norme in materia di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – divieto di abbandono) e di deturpamento paesaggistico-ambientale.
La stessa è stata affidata in custodia al Dirigente del Settore Ambiente e Demanio Idrico della Città Metropolitana di Reggio Calabria, ente competente per le successive attività di bonifica.
L’attività di polizia giudiziaria è stata convalidata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale, giusta richiesta di convalida del magistrato titolare delle indagini della locale Procura.
Giunti sul posto hanno rinvenuto un sito adibito a discarica abusiva di rifiuti pericolosi e non per un totale di oltre 800 metri quadri composto da svariati materiali, e più precisamente da: carcasse di elettrodomestici, rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione, latte di vernici, materiali da costruzione contenenti sostanze pericolose, oltre a tali rifiuti sono state rinvenute – cosa ben più grave - lastre di eternit lesionate in più parti che potrebbe comportare possibile aerodispersione delle particelle di amianto contenute.
L’intera area è stata sigillata e posta sotto sequestro penale dai predetti militari, per violazioni al Testo unico ambientale (norme in materia di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – divieto di abbandono) e di deturpamento paesaggistico-ambientale.
La stessa è stata affidata in custodia al Dirigente del Settore Ambiente e Demanio Idrico della Città Metropolitana di Reggio Calabria, ente competente per le successive attività di bonifica.
L’attività di polizia giudiziaria è stata convalidata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale, giusta richiesta di convalida del magistrato titolare delle indagini della locale Procura.
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