REGGIO CALABRIA. 47 lunghi anni sono trascorsi da quell'ignobile delitto politico perpetrato ai danni della città di Reggio ma nonostante il tempo che passa, è ancora ben presente e vivo nell'animo reggino quel momento di grande dolore ma insieme di grande dignità e di orgoglio che scosse l'Italia intera.
Un popolo mortificato dai tradimenti politici, ferito nella propria essenza di capitale della Magna Graecia, si ribellò a uno stato tiranno. Rivolta di popolo che vide i migliori figli immolarsi non certo per interessi particolari, ma per protesta contro l'iniqua ennesima spoliazione.
Uomini, donne,famiglie intere si riversarono per le strade e nelle piazze dei rioni bloccando i punti d'accesso principali. Barricate sorsero ovunque e dietro di esse migliaia di reggini che ,al grido di BOIA CHI MOLLA, aspettavano senza mai fare un passo indietro, i tre squilli di tromba e la conseguente carica dei celerini e dei blindati dell'esercito italiano, inviati dal governo per stroncare ogni volontà di orgoglio.
Un popolo vessato ha il diritto di sollevarsi e così fu, guidati dai figli di Reggio: Franco, Meduri, Aloi, Perna (partigiano) Valensise, Battaglia e tantissimi altri.
L'intero popolo reggino seppe opporsi con ferma e ferrea volontà e tanta determinazione alle decisioni del governo centrale. Ancora una volta il sangue dei martiri bagnò il selciato, Labate Campanella, Iaconis, Curigliano, Bellotti, caddero sotto la violenza delle armi dei celerini o peggio ancora a causa di vile mano omicida dei lacchè filogovernativi aizzati a dovere dai loro padroni strumentalmente e ideologicamente contrari a una lotta popolare.
Oggi come ieri ricordiamo i nostri morti, i Martiri di Reggio e oggi come ieri tuoni forte e chiaro il nostro grido di battaglia? BOIA CHI MOLLA
Un popolo mortificato dai tradimenti politici, ferito nella propria essenza di capitale della Magna Graecia, si ribellò a uno stato tiranno. Rivolta di popolo che vide i migliori figli immolarsi non certo per interessi particolari, ma per protesta contro l'iniqua ennesima spoliazione.
Uomini, donne,famiglie intere si riversarono per le strade e nelle piazze dei rioni bloccando i punti d'accesso principali. Barricate sorsero ovunque e dietro di esse migliaia di reggini che ,al grido di BOIA CHI MOLLA, aspettavano senza mai fare un passo indietro, i tre squilli di tromba e la conseguente carica dei celerini e dei blindati dell'esercito italiano, inviati dal governo per stroncare ogni volontà di orgoglio.
Un popolo vessato ha il diritto di sollevarsi e così fu, guidati dai figli di Reggio: Franco, Meduri, Aloi, Perna (partigiano) Valensise, Battaglia e tantissimi altri.
L'intero popolo reggino seppe opporsi con ferma e ferrea volontà e tanta determinazione alle decisioni del governo centrale. Ancora una volta il sangue dei martiri bagnò il selciato, Labate Campanella, Iaconis, Curigliano, Bellotti, caddero sotto la violenza delle armi dei celerini o peggio ancora a causa di vile mano omicida dei lacchè filogovernativi aizzati a dovere dai loro padroni strumentalmente e ideologicamente contrari a una lotta popolare.
Oggi come ieri ricordiamo i nostri morti, i Martiri di Reggio e oggi come ieri tuoni forte e chiaro il nostro grido di battaglia? BOIA CHI MOLLA
Antonio Giordano
dirigente Movimento Sociale -Fiamma Tricolore
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