REGGIO CALABRIA. Come ogni anno il nucleo reggino di CasaPound ha deposto una composizione floreale sotto il monumento ai martiri dei moti di Reggio Calabria, ricordando poi in silenzio i caduti.
“Importante è ricordare, ma è altrettanto importante non dimenticare cosa quei moti ci lasciano dopo tanto tempo” spiega nella nota Federico Romeo, responsabile di CasaPound a Reggio Calabria.
“Per chi li ha vissuti veramente i Moti – prosegue - sono stati l’emblema della lotta non solo per la rivendicazione dei diritti che Reggio Calabria perdeva, ma anche per il diritto di esistere di una città che mai più come allora è riuscita a muovere le masse. La Reggio di allora non è quella di oggi e la memoria non è mai stata presa in considerazione come spirito di rivalsa contro chi ha permesso in quasi 50 anni da allora lo smantellamento di una città dal punto di vista sia politico-amministrativo che culturale con la collaborazione della compiacente cittadinanza che da quel momento in poi ha perso ogni stimolo per continuare la lotta intrapresa in quei giorni. I Moti si incarnano nella vita di ogni giorno, nella strenua lotta di chi ama questa città al punto da difenderla ad ogni costo, allontanando quei predoni che ne hanno drenato risorse e l’hanno resa brutta, invivibile e corrotta. Viceversa, la staticità e l’indolenza del cittadino reggino oggi rende vano ogni sforzo fatto a quei tempi”.
“Il mio auspicio – conclude Romeo - è che i cittadini si riprendano Reggio e che finalmente abbandonino il mero dissenso verbale che considero totalmente inutile, esprimendosi con fatti e azioni concrete a difesa del territorio, affidandosi a quello spirito mai sopito che generò la rivolta di Reggio Calabria".
“Importante è ricordare, ma è altrettanto importante non dimenticare cosa quei moti ci lasciano dopo tanto tempo” spiega nella nota Federico Romeo, responsabile di CasaPound a Reggio Calabria.
“Per chi li ha vissuti veramente i Moti – prosegue - sono stati l’emblema della lotta non solo per la rivendicazione dei diritti che Reggio Calabria perdeva, ma anche per il diritto di esistere di una città che mai più come allora è riuscita a muovere le masse. La Reggio di allora non è quella di oggi e la memoria non è mai stata presa in considerazione come spirito di rivalsa contro chi ha permesso in quasi 50 anni da allora lo smantellamento di una città dal punto di vista sia politico-amministrativo che culturale con la collaborazione della compiacente cittadinanza che da quel momento in poi ha perso ogni stimolo per continuare la lotta intrapresa in quei giorni. I Moti si incarnano nella vita di ogni giorno, nella strenua lotta di chi ama questa città al punto da difenderla ad ogni costo, allontanando quei predoni che ne hanno drenato risorse e l’hanno resa brutta, invivibile e corrotta. Viceversa, la staticità e l’indolenza del cittadino reggino oggi rende vano ogni sforzo fatto a quei tempi”.
“Il mio auspicio – conclude Romeo - è che i cittadini si riprendano Reggio e che finalmente abbandonino il mero dissenso verbale che considero totalmente inutile, esprimendosi con fatti e azioni concrete a difesa del territorio, affidandosi a quello spirito mai sopito che generò la rivolta di Reggio Calabria".
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