REGGIO CALABRIA. “Solo a pronunciarlo, quel nome, Nicola Papisca, la prima cosa che ti viene in mente é un dolce sorriso velato d’ironia”. Così i suoi “ragazzi” della Seconda sezione Volanti della Questura commentarono l’improvvisa dipartita dell'esperto e preparato sovrintendente avvenuta a pochi mesi dal suo pensionamento.
Nicola, reggino puro sangue, era ritornato nella sua città dopo un’intensa carriera nella Polizia di Stato, prevalentemente trascorsa alla Digos di Milano.
Aveva indossato la divisa negli anni ’70, dopo aver smesso i panni di animatore e organizzatore di feste da ballo in casa come si usava allora nei pomeriggi di sabato e domenica. Per questo era conosciutissimo tra i suoi coetanei di entrambi i sessi: pantaloni a zampa d’elefante, capelli biondi e lunghi sulle spalle sempre acconciati perfettamente.
Dopo, la spensieratezza degli anni giovanili il gran passo verso il futuro, scegliendo un percorso professionale non semplice e molto pericolo: fare lo ‘sbirro’ seriamente, con impegno e dedizione.
Conosceva tutto della sua città, dalle strade ai vicoli e, soprattutto, era l’uomo che incarnava letteralmente il motto ‘Polizia tra la gente’. Non si tirava mai indietro e, magari, con il sorriso tra le labbra si tuffa tra gli acri fumi di un incendio per strappare alla nera signora la vita di qualche malcapitato concittadino.
Ecco perchè, a sei anni dalla sua morte, il suo ricordo rimane indelebile per amici e colleghi, anzi via via l’incedere del tempo la sua immagine diventa quasi leggenda: il poliziotto buono ma anche inflessibile con chi infrange la legge; il collega parco di suggerimenti da prendere come esempio.
Con questi presupposti, a 6 anni dalla prematura scomparsa, si rinnova il suo ricordo annuale divenuto oramai appuntamento consueto, per quanti lo hanno apprezzato e voluto bene in vita e oggi ne ravvivano il ricordo con con una messa in suffragio che sarà celebrata nella Chiesa di San Francesco da Paola al Corso vicino la Questura giorno 16 gennaio alle ore 16:30.
Nicola, reggino puro sangue, era ritornato nella sua città dopo un’intensa carriera nella Polizia di Stato, prevalentemente trascorsa alla Digos di Milano.
Aveva indossato la divisa negli anni ’70, dopo aver smesso i panni di animatore e organizzatore di feste da ballo in casa come si usava allora nei pomeriggi di sabato e domenica. Per questo era conosciutissimo tra i suoi coetanei di entrambi i sessi: pantaloni a zampa d’elefante, capelli biondi e lunghi sulle spalle sempre acconciati perfettamente.
Dopo, la spensieratezza degli anni giovanili il gran passo verso il futuro, scegliendo un percorso professionale non semplice e molto pericolo: fare lo ‘sbirro’ seriamente, con impegno e dedizione.
Conosceva tutto della sua città, dalle strade ai vicoli e, soprattutto, era l’uomo che incarnava letteralmente il motto ‘Polizia tra la gente’. Non si tirava mai indietro e, magari, con il sorriso tra le labbra si tuffa tra gli acri fumi di un incendio per strappare alla nera signora la vita di qualche malcapitato concittadino.
Ecco perchè, a sei anni dalla sua morte, il suo ricordo rimane indelebile per amici e colleghi, anzi via via l’incedere del tempo la sua immagine diventa quasi leggenda: il poliziotto buono ma anche inflessibile con chi infrange la legge; il collega parco di suggerimenti da prendere come esempio.
Con questi presupposti, a 6 anni dalla prematura scomparsa, si rinnova il suo ricordo annuale divenuto oramai appuntamento consueto, per quanti lo hanno apprezzato e voluto bene in vita e oggi ne ravvivano il ricordo con con una messa in suffragio che sarà celebrata nella Chiesa di San Francesco da Paola al Corso vicino la Questura giorno 16 gennaio alle ore 16:30.
Ciao Nicola
i tuoi ragazzi della Seconda Sezione
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