giovedì 1 febbraio 2018

REGGIO CALABRIA. D’Ascoli (FI): “candidature ai limiti della decenza, Santelli e Occhiuto dicano la verità”

REGGIO CALABRIA. Sono giorni che ci penso e cerco di darmi delle spiegazioni, ma ancora oggi non riesco a capire quali siano i motivi e le logiche suicide che hanno portato alla compilazione delle liste elettorali di Forza Italia in vista delle consultazioni del prossimo 4 marzo.

Nella mia professione medica, il primario, prima di assumere decisioni, si consulta con i suoi collaboratori ed insieme si elabora una strategia nel mero interesse del paziente. Bene, ritengo che lo stesso comportamento si dovrebbe utilizzare nella vita quotidiana ed ancora di più nella vita politica.
Si da il caso però che alla nostra Coordinatrice regionale questa prassi sia sfuggita.


Non solo in questa delicatissima fase non ha convocato gli organismi di Forza Italia, dimenticando forse che al loro interno trovano spazio persone, storie e non nomi messi all’occorrenza o per necessità, ma non ha ascoltato neppure i territori.

Sicuramente però, la nostra Coordinatrice, unitamente al suo conterraneo braccio destro, avrà saputo comunque fare un’oculata scelta dei candidati.

Se non fosse invece che nella Provincia di Reggio Calabria, ancora una volta bistrattata, ci ritroviamo delle liste al limite della decenza, con candidature alquanto discutibili che non hanno alcun legame con Forza Italia e con questo territorio.

Sembrerebbe quasi, e non vorrei cadere in sterili campanilismi, che il Nord della Calabria abbia ritenuto la Provincia di Reggio Calabria, nonché Area Metropolitana con la più popolosa Città della Regione, terra di conquista.

A pensarci bene però potrebbe anche darsi che il Primario del nostro Partito, e il suo fido assistente, abbiano deciso di assumersi da soli l’onere della decisione e di sfidare chiunque, se necessario, con la consapevolezza non solo della propria autorità ma soprattutto della propria preparazione, in politica chiamasi “forza” o “potere”. Sbagliato, purtroppo, anche questo ragionamento.

Mi sembra di capire infatti che i nostri due dirigenti, probabilmente consapevoli della propria debolezza, dopo aver distribuito a pioggia nei vari collegi amici e sconosciuti, abbiano ritenuto opportuno blindarsi sia al collegio Calabria Nord che al collegio Calabria Sud. Per il ciclo è bello vincere facile anzi, nel caso specifico, è l’unico modo.

L’unica verità, purtroppo, è che i danni di queste lungimiranti decisioni sono già marchiati a fuoco sulla pelle di quel che rimane di Forza Italia.

Delusioni, amarezze, malcontenti e tante critiche feroci di cui le pagine dei giornali di questi giorni sono piene. Sarebbe stato auspicabile tuttavia, che in soccorso di questa classe politica così goffa e spericolata, fossero intervenuti gli stessi organi di stampa che oggi massacrano senza pietà il nostro Partito, magari attraverso un’azione di informazione preventiva considerato che sui nomi e sui vari rumors relativi ai probabili candidati si erano già spese, durante la fase di compilazione delle liste, tante parole.

Ma tant’è, chi è causa del suo mal pianga se stesso. Piuttosto che piangere però, a questo punto vogliamo andare veramente fino in fondo, sapere cosa c’è dietro, visto che non c’è stato modo di discuterne prima, e capire così quale futuro deve avere la nostra attività politica.

Mi rivolgo pertanto ai nostri due dirigenti Santelli e Occhiuto: perché loro stessi non sono scesi in campo in qualche collegio uninominale a misurarsi con altri avversari?

Quali sono le motivazioni che hanno spinto alla scelta di ogni singolo candidato?

Per quali competenze o qualità sono stati individuati?

Perché la Provincia di Reggio Calabria deve subire questa invasione delegittimante?

Aspetteremo le risposte, e se non arriveranno le chiederemo direttamente al nostro Presidente Berlusconi. Il giudizio finale lo daranno invece gli elettori.

Forza Italia in Provincia di Reggio Calabria è stata colpita e calpestata, dopo aver dato sempre il massimo, mi auguro solo che questa volta non avvenga il contrario e che il 5 marzo non si debba arrivare al ‘redde rationem’.
Giuseppe D’Ascoli
consigliere comunale Città di Reggio Calabria

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