ROMA. Servitori dello Stato, uomini delle Istituzioni a servizio delle Comunità di questo nostro Paese.
Questo siamo stati per decenni e questo vogliamo continuare ad essere, fintanto che ci verrà consentito.
E vorremmo continuare ad esserlo con la stessa dignità che ha contraddistinto per così tanti anni il nostro ruolo, il nostro impegno quotidiano ed il nostro lavoro.
Se il testo del decreto legislativo, da pochi giorni liberato dal Consiglio dei Ministri in prima stesura e passato al vaglio della Commissione Affari Costituzionali, non verrà opportunamente modificato entro il prossimo 4 settembre, si realizzerà un vero e proprio "tradimento istituzionale" ai danni dei funzionari tecnici diplomati del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco.
Proprio di quei responsabili di reparti operativi che, in tempi non tanto lontani, venivano chiamati “Ufficiali” e che in tempi recenti si sono distinti per impegno e professionalità in occasione di tutte le grandi situazioni di emergenza e di crisi che si sono verificate nel nostro Paese. Non ultima la tragedia di Rigopiano.
Per evitare il più pesante demansionamento della storia della nostra organizzazione, che minaccia di togliere ogni dignità istituzionale ad oltre 300 funzionari tecnici, non chiediamo trattamenti speciali o “ad personam”, ma semplicemente che ci venga riconosciuto quanto è già legge per i nostri omologhi della Polizia di Stato e degli altri Corpi di Polizia e Militari, ovvero l'istituzione di uno specifico ruolo di direttivi ad "esaurimento".
Chiediamo semplicemente una parità di trattamento, un medesimo inquadramento giuridico e funzionale, perché non ci spieghiamo ancora quale ratio abbia guidato la volontà di chi ha pensato di schiacciare verso il basso e, di fatto, demansionare, la componente intermedia storica del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco.
Quella componente di funzionari tecnici, di quadri intermedi che sono stati, da sempre, "cerniera", che hanno svolto il necessario raccordo funzionale tra la base operativa e la dirigenza, ricoprendo con passione e diligenza ruoli di responsabilità, anche sociale, impegnativi e complessi.
Quella stessa componente organizzativa che ha generato, in decenni di lavoro, un'expertise unica e preziosa, al servizio delle istituzioni, dei cittadini e delle attività produttive.
Per questo, facciamo un appello innanzitutto al signor Ministro dell'Interno, onorevole Matteo Salvini, al Sottosegretario di Stato, senatore Stefano Candiani ed ai rispettivi presidenti delle Commissioni Parlamentari coinvolte nella definizione della normativa di riordino dei compiti e delle funzioni del Dipartimento dei Vigili del fuoco del Soccorso e della Difesa civile.
Ma, soprattutto, facciamo una appello per ottenere il sostegno di tutta la società civile, di tutti coloro i quali amano i vigili del fuoco e credono che, in questo nostro Paese, si possa continuare a costruire qualcosa di buono per migliorare l'efficacia e l'efficienza del servizio pubblico, nell'interesse dell'intera collettività.
Questo siamo stati per decenni e questo vogliamo continuare ad essere, fintanto che ci verrà consentito.
E vorremmo continuare ad esserlo con la stessa dignità che ha contraddistinto per così tanti anni il nostro ruolo, il nostro impegno quotidiano ed il nostro lavoro.
Se il testo del decreto legislativo, da pochi giorni liberato dal Consiglio dei Ministri in prima stesura e passato al vaglio della Commissione Affari Costituzionali, non verrà opportunamente modificato entro il prossimo 4 settembre, si realizzerà un vero e proprio "tradimento istituzionale" ai danni dei funzionari tecnici diplomati del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco.
Proprio di quei responsabili di reparti operativi che, in tempi non tanto lontani, venivano chiamati “Ufficiali” e che in tempi recenti si sono distinti per impegno e professionalità in occasione di tutte le grandi situazioni di emergenza e di crisi che si sono verificate nel nostro Paese. Non ultima la tragedia di Rigopiano.
Per evitare il più pesante demansionamento della storia della nostra organizzazione, che minaccia di togliere ogni dignità istituzionale ad oltre 300 funzionari tecnici, non chiediamo trattamenti speciali o “ad personam”, ma semplicemente che ci venga riconosciuto quanto è già legge per i nostri omologhi della Polizia di Stato e degli altri Corpi di Polizia e Militari, ovvero l'istituzione di uno specifico ruolo di direttivi ad "esaurimento".
Chiediamo semplicemente una parità di trattamento, un medesimo inquadramento giuridico e funzionale, perché non ci spieghiamo ancora quale ratio abbia guidato la volontà di chi ha pensato di schiacciare verso il basso e, di fatto, demansionare, la componente intermedia storica del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco.
Quella componente di funzionari tecnici, di quadri intermedi che sono stati, da sempre, "cerniera", che hanno svolto il necessario raccordo funzionale tra la base operativa e la dirigenza, ricoprendo con passione e diligenza ruoli di responsabilità, anche sociale, impegnativi e complessi.
Quella stessa componente organizzativa che ha generato, in decenni di lavoro, un'expertise unica e preziosa, al servizio delle istituzioni, dei cittadini e delle attività produttive.
Per questo, facciamo un appello innanzitutto al signor Ministro dell'Interno, onorevole Matteo Salvini, al Sottosegretario di Stato, senatore Stefano Candiani ed ai rispettivi presidenti delle Commissioni Parlamentari coinvolte nella definizione della normativa di riordino dei compiti e delle funzioni del Dipartimento dei Vigili del fuoco del Soccorso e della Difesa civile.
Ma, soprattutto, facciamo una appello per ottenere il sostegno di tutta la società civile, di tutti coloro i quali amano i vigili del fuoco e credono che, in questo nostro Paese, si possa continuare a costruire qualcosa di buono per migliorare l'efficacia e l'efficienza del servizio pubblico, nell'interesse dell'intera collettività.
Comitato (ex) Funzionari Tecnici, Geometri e Periti
del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco
Nessun commento:
Posta un commento