REGGIO CALABRIA. Continua con un altro tassello, la presentazione del saggio di Roberto Mancini, “Oltre destra e sinistra: Il socialismo fascista”, la serie di incontri che il movimento autonomista sta realizzando nella ricerca continua di riportare la politica sul territorio.
E il convincimento, dai più ritenuto irrazionale, che lo si può fare solo ripartendo dalla nostra storia e dalla nostra cultura.
L’appuntamento, unico in Calabria, è per sabato 28 novembre, nel salone dell’Amministrazione provinciale, a piazza Italia, alle ore 17,30. Mancini, studioso di storia contemporanea, dal Risorgimento al Fascismo, è stato per oltre trent’anni professore di storia e filosofia in un prestigioso liceo romano, unendo la passione per l’insegnamento ad una intensa partecipazione in chiave ideologica alle vicende della
politica italiana.
Laureatosi con il professor De Felice, è stato suo assistente nel periodo in cui l’insigne studioso insegnava alla Sapienza storia dei partiti politici.
Ha lavorato negli anni settanta alla ”Rivista militare” e ha fatto parte della Consulta Nazionale della Scuola alla Camera dei deputati. Molte conferenze su importanti temi del nostro tempo l’hanno visto protagonista nel corso della sua esistenza. Ha partecipato a diverse trasmissione televisive.
Ha scritto due romanzi storici: ”Il sopravvissuto” che la critica ha definito un romanzo crudo, avvincente e provocatorio di un fascismo impossibile, che rimette in discussione settant’anni di storia della piccola Italia, regno glorioso ormai teatro di squallide marionette e, insieme a Mario Michele Merlino, ”La guerra è finita”, storia di due ragazzi arruolatisi nella X Mas all’interno del battaglione “Lupo”, per i quali la guerra non potrà mai finire.
In “Oltre destra e sinistra: Il socialismo fascista”, dove il comune denominatore è un filo rosso che lega tutti gli avvenimenti di un fascismo rivoluzionario, pur da uomo di parte, evidenzia costantemente la sua onestà intellettuale.
L’autore descrive, nell’ultima sua opera, “l’Italia proletaria e fascista”, come lo stesso Mussolini dichiarò il 10 giugno del 1940, la sua Italia.
E la descrive con mente storica e anima militante. Insomma c’è il fascismo, contrario ad ogni cambiamento ed un fascismo non conforme, irrispettoso e rende ribelle che vuole emergere.
Il fascismo libertario di Berto Ricci, il fascismo capace di rappresentare una sua visione del mondo, della Scuola di Mistica Fascista, il fascismo socialista della giustizia sociale e dei diritti ai lavoratori di Nicola Bombacci, il fascismo di Giovanni Gentile che mette il lavoratore al centro della propria essenzialità. Insomma “Oltre destra e sinistra: il socialismo fascista” è questo e altro e al di là di…
E il convincimento, dai più ritenuto irrazionale, che lo si può fare solo ripartendo dalla nostra storia e dalla nostra cultura.
L’appuntamento, unico in Calabria, è per sabato 28 novembre, nel salone dell’Amministrazione provinciale, a piazza Italia, alle ore 17,30. Mancini, studioso di storia contemporanea, dal Risorgimento al Fascismo, è stato per oltre trent’anni professore di storia e filosofia in un prestigioso liceo romano, unendo la passione per l’insegnamento ad una intensa partecipazione in chiave ideologica alle vicende della
politica italiana.
Laureatosi con il professor De Felice, è stato suo assistente nel periodo in cui l’insigne studioso insegnava alla Sapienza storia dei partiti politici.
Ha lavorato negli anni settanta alla ”Rivista militare” e ha fatto parte della Consulta Nazionale della Scuola alla Camera dei deputati. Molte conferenze su importanti temi del nostro tempo l’hanno visto protagonista nel corso della sua esistenza. Ha partecipato a diverse trasmissione televisive.
Ha scritto due romanzi storici: ”Il sopravvissuto” che la critica ha definito un romanzo crudo, avvincente e provocatorio di un fascismo impossibile, che rimette in discussione settant’anni di storia della piccola Italia, regno glorioso ormai teatro di squallide marionette e, insieme a Mario Michele Merlino, ”La guerra è finita”, storia di due ragazzi arruolatisi nella X Mas all’interno del battaglione “Lupo”, per i quali la guerra non potrà mai finire.
In “Oltre destra e sinistra: Il socialismo fascista”, dove il comune denominatore è un filo rosso che lega tutti gli avvenimenti di un fascismo rivoluzionario, pur da uomo di parte, evidenzia costantemente la sua onestà intellettuale.
L’autore descrive, nell’ultima sua opera, “l’Italia proletaria e fascista”, come lo stesso Mussolini dichiarò il 10 giugno del 1940, la sua Italia.
E la descrive con mente storica e anima militante. Insomma c’è il fascismo, contrario ad ogni cambiamento ed un fascismo non conforme, irrispettoso e rende ribelle che vuole emergere.
Il fascismo libertario di Berto Ricci, il fascismo capace di rappresentare una sua visione del mondo, della Scuola di Mistica Fascista, il fascismo socialista della giustizia sociale e dei diritti ai lavoratori di Nicola Bombacci, il fascismo di Giovanni Gentile che mette il lavoratore al centro della propria essenzialità. Insomma “Oltre destra e sinistra: il socialismo fascista” è questo e altro e al di là di…
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