REGGIO CALABRIA. Per contrastare la prostituzione su strada, coniugando profili di sicurezza pubblica e di sicurezza urbana, in ossequio alle indicazioni normative contenute nel cosiddetto Decreto Minniti la Polizia di Stato, dall’inizio dell’anno ad oggi ha irrogato 55 provvedimenti di Daspo “Urbano” e identificato 95 donne dedite all’attività di meretricio.
Il questore Raffaele Grassi, in qualità di autorità provinciale di pubblica sicurezza, ha emesso i divieti di accesso in determinate aree della città a quei soggetti che con la loro presenza intralciano la fruizione di infrastrutture pubbliche, costituendo pericolo per la sicurezza pubblica.
Con tali provvedimenti la Polizia di Stato vuole arginare il fenomeno della prostituzione che ingenera un notevole disvalore sociale e procura ingenti profitti illeciti a chi lo gestisce.
Nelle zone della città interessate al fenomeno della prostituzione su strada, sono stati effettuati numerosi interventi per la realizzazione di un sistema di sicurezza integrata, fortemente voluto dal questore Grassi, che, con la collaborazione interistituzionale, ha consentito di emanare i provvedimenti di Daspo Urbano e le misure di prevenzione personali nei confronti di prostitute straniere che esercitano il meretricio.
L’inosservanza al Daspo costituisce reato e difatti dal 1° gennaio ad oggi sono state denunciate per inosservanza di provvedimenti dell’Autorità 32 donne, responsabili di non aver ottemperato al divieto di accesso imposto in determinate aree per lo più individuate presso il lungomare Falcomatà, piazza Garibaldi e la pineta Zerbi.
Un messaggio forte per lottare contro il degrado ed ovviare al fenomeno della prostituzione una linea decisa della Questura che, per come previsto dalla normativa attuale, ha in corso d’istruttoria misure di prevenzione personali, quale la sorveglianza speciale, per quei soggetti ritenuti pericolosi per la sicurezza e per la pubblica moralità.
Il questore Raffaele Grassi, in qualità di autorità provinciale di pubblica sicurezza, ha emesso i divieti di accesso in determinate aree della città a quei soggetti che con la loro presenza intralciano la fruizione di infrastrutture pubbliche, costituendo pericolo per la sicurezza pubblica.
Con tali provvedimenti la Polizia di Stato vuole arginare il fenomeno della prostituzione che ingenera un notevole disvalore sociale e procura ingenti profitti illeciti a chi lo gestisce.
Nelle zone della città interessate al fenomeno della prostituzione su strada, sono stati effettuati numerosi interventi per la realizzazione di un sistema di sicurezza integrata, fortemente voluto dal questore Grassi, che, con la collaborazione interistituzionale, ha consentito di emanare i provvedimenti di Daspo Urbano e le misure di prevenzione personali nei confronti di prostitute straniere che esercitano il meretricio.
L’inosservanza al Daspo costituisce reato e difatti dal 1° gennaio ad oggi sono state denunciate per inosservanza di provvedimenti dell’Autorità 32 donne, responsabili di non aver ottemperato al divieto di accesso imposto in determinate aree per lo più individuate presso il lungomare Falcomatà, piazza Garibaldi e la pineta Zerbi.
Un messaggio forte per lottare contro il degrado ed ovviare al fenomeno della prostituzione una linea decisa della Questura che, per come previsto dalla normativa attuale, ha in corso d’istruttoria misure di prevenzione personali, quale la sorveglianza speciale, per quei soggetti ritenuti pericolosi per la sicurezza e per la pubblica moralità.
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