ROSARNO. Nella mattinata odierna, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione al decreto di sequestro di beni aziendali, immobili e finanziari riconducibili al patrimonio di Giovanni Battista Cacciola, 54 anni, del luogo, indiziato di appartenere a vario titolo ad associazione di tipo mafioso ed in particolare alla cosca di ‘ndrangheta denominata “Cacciola-Grasso”, una delle consorterie criminali più agguerrite del mandamento tirrenico che esercita la propria egemonia sul territorio di Rosarno, Gioia Tauro e zone limitrofe.
Le risultanze prodotte dal Nucleo investigativo reggino, sulle quali il provvedimento si fonda, derivano dagli esiti dell’indagine convenzionalmente denominata "Mauser", formulata all'esito della più ampia indagine convenzionalmente denominata "Scacco Matto" che si è conclusa con la condanna in primo grado e successivamente confermata dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria, alla pena di 16 anni reclusione e 26.000 euro di multa, per i reati di associazione di tipo mafioso costituita allo scopo di commettere plurimi delitti di acquisto, trasporto e commercializzazione di sostanza stupefacente del tipo cocaina.
L’uomo, in particolare, è sempre stato vicino ad esponenti prossimi alle “‘ndrine” che operano nella zona tirrenica, ed è egli stesso considerato “elemento di spicco” in virtù dell’attività delinquenziale palesata che di recente si è estrinsecata nel campo dei delitti contro la persona e il patrimonio, quale "capo, promotore ed organizzatore” dell'omonima associazione mafiosa.
Lo scorso 9 luglio, infatti, è stato destinatario di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Dda reggina per associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito dell’indagine denominata “Ares” condotta dal Gruppo carabinieri di Gioia Tauro.
Nella circostanza sono stati sottoposti a sequestro un esercizio pubblico, un’azienda agricola, quattro immobili, 5 terreni, assieme a conti correnti e prodotti finanziari riconducibili all’interessato e al suo nucleo familiare, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.
Le risultanze prodotte dal Nucleo investigativo reggino, sulle quali il provvedimento si fonda, derivano dagli esiti dell’indagine convenzionalmente denominata "Mauser", formulata all'esito della più ampia indagine convenzionalmente denominata "Scacco Matto" che si è conclusa con la condanna in primo grado e successivamente confermata dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria, alla pena di 16 anni reclusione e 26.000 euro di multa, per i reati di associazione di tipo mafioso costituita allo scopo di commettere plurimi delitti di acquisto, trasporto e commercializzazione di sostanza stupefacente del tipo cocaina.
L’uomo, in particolare, è sempre stato vicino ad esponenti prossimi alle “‘ndrine” che operano nella zona tirrenica, ed è egli stesso considerato “elemento di spicco” in virtù dell’attività delinquenziale palesata che di recente si è estrinsecata nel campo dei delitti contro la persona e il patrimonio, quale "capo, promotore ed organizzatore” dell'omonima associazione mafiosa.
Lo scorso 9 luglio, infatti, è stato destinatario di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Dda reggina per associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito dell’indagine denominata “Ares” condotta dal Gruppo carabinieri di Gioia Tauro.
Nella circostanza sono stati sottoposti a sequestro un esercizio pubblico, un’azienda agricola, quattro immobili, 5 terreni, assieme a conti correnti e prodotti finanziari riconducibili all’interessato e al suo nucleo familiare, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.
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