REGGIO CALABRIA. Giovedì 5 ottobre si svolgerà, un congresso medico sul Mieloma Multiplo.
L’evento scientifico è stato organizzato dal dottor Massimo Martino del Centro Trapianti di Midollo Osseo (Ctmo) del Grande ospedale metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli”, in collaborazione con il dottor Bruno Martino e la dottoressa Donatella Vincelli, del reparto di Ematologia. Il Ctmo reggino (unico struttura per il trapianto di midollo in Calabria) ha iniziato la propria attività nel gennaio del 1992, ed ha effettuato fino ad oggi circa 2.000 trapianti. È struttura accreditata Gitmo (Gruppo Italiano Trapianti Midollo Osseo) per svolgere trapianti di tipo autologo ed allogenico.
L’incontro scientifico servirà a pianificare le strategie terapeutiche nella cura del Mieloma Multiplo tra i centri ematologici della Calabria e della Basilicata.
Si parlerà, inoltre, del problema dei costi dei nuovi farmaci oncologici, insieme alla dottoressa Mariolina Altomonte, direttrice della Farmacia del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria.
“Il Mieloma Multiplo”, afferma il dottor Massimo Martino “costituisce circa il 10% di tutte le neoplasie ematologiche e viene diagnosticato ogni anno in Italia a circa 500 soggetti.
Ad oggi, non sono noti fattori di rischio certi associati alla sua insorgenza, ma l’esposizione a condizioni infiammatorie croniche (incluse obesità, malattia cardiovascolari e diabete) potrebbe giocare un ruolo nella patogenesi della malattia.
Tradizionalmente, la strategia terapeutica del MM viene basata sull’età, definendo i pazienti di età inferiore ai 65 anni come giovani e quindi candidabili al trapianto di cellule staminali autologhe, mentre i pazienti di età > 65 anni vengono definiti anziani e trattati con varie combinazioni di farmaci.
Accanto all’età anagrafica, tuttavia, anche le caratteristiche cliniche del paziente, definite “età biologica”, come ad esempio la presenza di comorbidità e il suo stato psico-fisico, devono essere prese in considerazione nella scelta della strategia terapeutica ottimale.
Nell’ambito delle emopatie neoplastiche il mieloma multiplo è forse la patologia che più di altre ha beneficiato della scoperta di farmaci innovativi che, sebbene non risolutivi in termini di guarigione, hanno migliorato la qualità nonché aumentato significativamente la durata di vita dei pazienti.
Questi farmaci però non sono scevri da complicanze, per cui, la scelta della migliore terapia per il singolo paziente si dovrà basare oltre che sui risultati scientifici di studi clinici e sulle caratteristiche biologiche, età e comorbidità del paziente, anche sul profilo di tossicità dei regimi terapeutici.
Il dottor Massimo Martino evidenzia che l’industria farmaceutica ha sviluppato ed immesso in commercio negli ultimi dieci anni molti farmaci cosiddetti “biologici”, perché frutto di tecnologie biomolecolari, o altrimenti definiti “target therapies”, ovvero terapie a bersaglio molecolare. Si tratta di farmaci specificatamente diretti contro un determinato recettore dentro o fuori dalla cellula tumorale, o di piccole molecole in grado di interferire con alcuni meccanismi metabolici di tali cellule.
In onco-ematologia, afferma Martino, si è dunque in una fase di transizione, quasi completa, tra un’epoca in cui si utilizzavano esclusivamente dei farmaci – i chemioterapici – dotati di un’attività antitumorale aspecifica, che vengono utilizzati nella speranza che funziono nel maggior numero di pazienti, ad una fase in cui, partendo dallo studio delle caratteristiche biomolecolari delle cellule tumorali di un determinato individuo, si utilizzano farmaci specificatamente mirati contro uno o più recettori o meccanismi intracellulari.
La strada è, dunque, già tracciata verso una terapia tagliata su misura in relazione alle caratteristiche del tumore di un determinato individuo.
L’aumento del costo dei farmaci oncologici nell’ultimo decennio è legato all’alto costo dei farmaci biologici, prodotti dalle aziende farmaceutiche con biotecnologie particolarmente dispendiose. Per tale motivo, è importante codificare l’utilizzo delle terapie biologiche nel giusto “setting” di pazienti, ovvero in pazienti le cui cellule tumorali abbiano il giusto profilo biomolecolare cui si adatta una specifica terapia bersaglio.
Rimangono, però, le dolenti note dell’elevato costo di tali terapie in un contesto attuale estremamente delicato da un punto di vista economico, in cui è molto complicato trovare il giusto equilibrio tra due esigenze differenti.
Da un lato la crescente domanda assistenziale, legata anche all’invecchiamento della popolazione, e la limitatezza delle risorse economiche; dall’altro lato il diritto alla salute, l’unitarietà del sistema farmaceutico, i problemi legati all’accesso e all’appropriatezza delle cure, nonché alla loro sicurezza.
L’evento scientifico è stato organizzato dal dottor Massimo Martino del Centro Trapianti di Midollo Osseo (Ctmo) del Grande ospedale metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli”, in collaborazione con il dottor Bruno Martino e la dottoressa Donatella Vincelli, del reparto di Ematologia. Il Ctmo reggino (unico struttura per il trapianto di midollo in Calabria) ha iniziato la propria attività nel gennaio del 1992, ed ha effettuato fino ad oggi circa 2.000 trapianti. È struttura accreditata Gitmo (Gruppo Italiano Trapianti Midollo Osseo) per svolgere trapianti di tipo autologo ed allogenico.
L’incontro scientifico servirà a pianificare le strategie terapeutiche nella cura del Mieloma Multiplo tra i centri ematologici della Calabria e della Basilicata.
Si parlerà, inoltre, del problema dei costi dei nuovi farmaci oncologici, insieme alla dottoressa Mariolina Altomonte, direttrice della Farmacia del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria.
“Il Mieloma Multiplo”, afferma il dottor Massimo Martino “costituisce circa il 10% di tutte le neoplasie ematologiche e viene diagnosticato ogni anno in Italia a circa 500 soggetti.
Ad oggi, non sono noti fattori di rischio certi associati alla sua insorgenza, ma l’esposizione a condizioni infiammatorie croniche (incluse obesità, malattia cardiovascolari e diabete) potrebbe giocare un ruolo nella patogenesi della malattia.
Tradizionalmente, la strategia terapeutica del MM viene basata sull’età, definendo i pazienti di età inferiore ai 65 anni come giovani e quindi candidabili al trapianto di cellule staminali autologhe, mentre i pazienti di età > 65 anni vengono definiti anziani e trattati con varie combinazioni di farmaci.
Accanto all’età anagrafica, tuttavia, anche le caratteristiche cliniche del paziente, definite “età biologica”, come ad esempio la presenza di comorbidità e il suo stato psico-fisico, devono essere prese in considerazione nella scelta della strategia terapeutica ottimale.
Nell’ambito delle emopatie neoplastiche il mieloma multiplo è forse la patologia che più di altre ha beneficiato della scoperta di farmaci innovativi che, sebbene non risolutivi in termini di guarigione, hanno migliorato la qualità nonché aumentato significativamente la durata di vita dei pazienti.
Questi farmaci però non sono scevri da complicanze, per cui, la scelta della migliore terapia per il singolo paziente si dovrà basare oltre che sui risultati scientifici di studi clinici e sulle caratteristiche biologiche, età e comorbidità del paziente, anche sul profilo di tossicità dei regimi terapeutici.
Il dottor Massimo Martino evidenzia che l’industria farmaceutica ha sviluppato ed immesso in commercio negli ultimi dieci anni molti farmaci cosiddetti “biologici”, perché frutto di tecnologie biomolecolari, o altrimenti definiti “target therapies”, ovvero terapie a bersaglio molecolare. Si tratta di farmaci specificatamente diretti contro un determinato recettore dentro o fuori dalla cellula tumorale, o di piccole molecole in grado di interferire con alcuni meccanismi metabolici di tali cellule.
In onco-ematologia, afferma Martino, si è dunque in una fase di transizione, quasi completa, tra un’epoca in cui si utilizzavano esclusivamente dei farmaci – i chemioterapici – dotati di un’attività antitumorale aspecifica, che vengono utilizzati nella speranza che funziono nel maggior numero di pazienti, ad una fase in cui, partendo dallo studio delle caratteristiche biomolecolari delle cellule tumorali di un determinato individuo, si utilizzano farmaci specificatamente mirati contro uno o più recettori o meccanismi intracellulari.
La strada è, dunque, già tracciata verso una terapia tagliata su misura in relazione alle caratteristiche del tumore di un determinato individuo.
L’aumento del costo dei farmaci oncologici nell’ultimo decennio è legato all’alto costo dei farmaci biologici, prodotti dalle aziende farmaceutiche con biotecnologie particolarmente dispendiose. Per tale motivo, è importante codificare l’utilizzo delle terapie biologiche nel giusto “setting” di pazienti, ovvero in pazienti le cui cellule tumorali abbiano il giusto profilo biomolecolare cui si adatta una specifica terapia bersaglio.
Rimangono, però, le dolenti note dell’elevato costo di tali terapie in un contesto attuale estremamente delicato da un punto di vista economico, in cui è molto complicato trovare il giusto equilibrio tra due esigenze differenti.
Da un lato la crescente domanda assistenziale, legata anche all’invecchiamento della popolazione, e la limitatezza delle risorse economiche; dall’altro lato il diritto alla salute, l’unitarietà del sistema farmaceutico, i problemi legati all’accesso e all’appropriatezza delle cure, nonché alla loro sicurezza.
Nessun commento:
Posta un commento