BRATISLAVA (Slovacchia). La polizia slovacca ha rilasciato tutti e sette gli italiani arrestati in connessione con l'omicidio del giornalista Jan Kuciak e della sua fidanzata.
Sei sono stati rimessi in libertà intorno alla mezzanotte. Il settimo questa mattina dopo che era stato portato in ospedale per dolori al petto e poi dimesso. Tutti i sette i fermati erano stati arrestati giovedì scorso in connessione con l'omicidio del giornalista che, nel suo ultimo articolo descriveva le attività di persone vicine alla 'ndrangheta e i loro affari con i fondi europei in Slovacchia.
Le persone fermate giovedì erano: Antonino Vadalà, originario di Bova Marina, imprenditore al centro del reportage del giovanissimo giornalista, Bruno Vadalà e Sebastiano Vadalà. E ancora: Diego Rodà, Antonio Rodà, Pietro Catroppa (54 anni) e Pietro Catroppa (26 anni).
Il responsabile della polizia slovacca Tibor Gaspar ha reso noto che, in connessione con l'omicidio del giornalista Jan Kuciak, la polizia sta lavorando su una nuova pista investigativa.
Nel contempo, ha respinto di aver ricevuto nel passato dall'Italia informazioni sull' attività della 'ndrangheta nell'est della Slovacchia come ha sostenuto il procuratore facente funzioni di Reggio Calabria Gaetano Paci che ha dichiarato "già da tempo di aver ufficialmente posto all'attenzione degli organi di polizia internazionale e della polizia nazionale slovacca la necessità di monitorare le attività del gruppo dei calabresi arrestati perchè sospettati di essere coinvolti nell'omicidio del giovane giornalista Jan Kuciack e della sua compagna".
Paci poco prima - commentando la notizia delle scarcerazioni aveva sottolineato: "Non entro nel merito dei provvedimenti adottati dall'autorità giudiziaria slovacca. Ciò che posso assicurare è che noi come Dda di Reggio Calabria continueremo a indagare su tutti quei gruppi di 'ndrangheta che operano in Europa tutte le volte che ci sono elementi da approfondire".
Sei sono stati rimessi in libertà intorno alla mezzanotte. Il settimo questa mattina dopo che era stato portato in ospedale per dolori al petto e poi dimesso. Tutti i sette i fermati erano stati arrestati giovedì scorso in connessione con l'omicidio del giornalista che, nel suo ultimo articolo descriveva le attività di persone vicine alla 'ndrangheta e i loro affari con i fondi europei in Slovacchia.
Le persone fermate giovedì erano: Antonino Vadalà, originario di Bova Marina, imprenditore al centro del reportage del giovanissimo giornalista, Bruno Vadalà e Sebastiano Vadalà. E ancora: Diego Rodà, Antonio Rodà, Pietro Catroppa (54 anni) e Pietro Catroppa (26 anni).
Il responsabile della polizia slovacca Tibor Gaspar ha reso noto che, in connessione con l'omicidio del giornalista Jan Kuciak, la polizia sta lavorando su una nuova pista investigativa.
Nel contempo, ha respinto di aver ricevuto nel passato dall'Italia informazioni sull' attività della 'ndrangheta nell'est della Slovacchia come ha sostenuto il procuratore facente funzioni di Reggio Calabria Gaetano Paci che ha dichiarato "già da tempo di aver ufficialmente posto all'attenzione degli organi di polizia internazionale e della polizia nazionale slovacca la necessità di monitorare le attività del gruppo dei calabresi arrestati perchè sospettati di essere coinvolti nell'omicidio del giovane giornalista Jan Kuciack e della sua compagna".
Paci poco prima - commentando la notizia delle scarcerazioni aveva sottolineato: "Non entro nel merito dei provvedimenti adottati dall'autorità giudiziaria slovacca. Ciò che posso assicurare è che noi come Dda di Reggio Calabria continueremo a indagare su tutti quei gruppi di 'ndrangheta che operano in Europa tutte le volte che ci sono elementi da approfondire".

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